24 Febbraio 2016
04:17
“Pronti anche dei posti di blocco”: i Comitati di base contro la discarica a Sezzadio
ALESSANDRIA – “Rita Rossa l’hai fatta grossa”. Questo uno dei cori cantati ieri davanti alla sede della Provincia di Alessandria, in via Galimberti, da circa cinquanta manifestanti dei Comitati della Valle Bormida, di Sezzadio Ambiente e dei No Tav. Al centro della contestazione il decreto di autorizzazione firmato da Palazzo Ghilini sul progetto di discarica a Cascina Borio da parte della ditta Riccoboni. “Così vengono distrutti i nostri diritti” ha detto Urbano Taquias al megafono durante il presidio “siamo pronti a manifestazioni e posti di blocco per fermare la Riccoboni.” Dello stesso avviso Piergiogio Camerin, di Sezzadio Ambiente: “Il Tar si è espresso ma ha ribaltato l’iniziale parere negativo della Provincia, entrando così nel merito e nel tecnico, senza nemmeno ascoltare il Comune di Sezzadio. Non lo dovrebbe fare. Ricordo che a settembre manifestarono a Sezzadio circa 1500 persone e che la falda acquifera sottostante all’area dove dovrebbe sorgere la discarica, rifornisce 50 mila persone.”
Presente tra i manifestanti anche il consigliere del M5S di Acqui, Pierpaolo Cannito: “Stiamo valutando di fare qualcosa dal punto di vista legale, per fermare l’iter” ha detto Cannito “Non è conveniente presentare di nuovo ricorso al Tar: il tribunale si è già pronunciato dicendo di no alla richiesta di sospensiva. Piuttosto stiamo cercando di valutare se possiamo contestare le tempistiche troppo strette tra il sì del Tar e il decreto, se era un atto dovuto o si poteva aspettare ancora del tempo. Siamo contrari e cercheremo con ogni mezzo legale di contrastare queste azioni della Provincia. Siamo pronti a occupare i territori, la Valle Bormida sarà come la Val di Susa.”
A preoccupare i manifestanti anche la richiesta della ditta Grassano di Predosa di ampliare le attività dell’impianto di trattamento di acque industriali e olii esausti. Proprio ieri si è tenuta la conferenza dei servizi, rinviata però a data da destinarsi. Provincia di Alessandria, Arpa e Amag vogliono infatti vederci chiaro sul progetto e sulle fasi di lavorazione delle acque, tutti punti che non sarebbero ancora stati precisati.