26 Febbraio 2016
04:56
Ottria (Pd) sul sì della Provincia alla discarica di Sezzadio: “Pessima notizia, si adotti il principio di precauzione
PROVINCIA – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del consigliere regionale del Partito Democratico, Walter Ottria, a proposito del recente decreto della Provincia che ha autorizzato il progetto di discarica a Sezzadio, voluto dalla Riccoboni, a pochi giorni dal presidio dei Comitati di base della Valle Bormida (si legga QUI). La Valle Bormida ha pagato e continua a farlo, prezzi troppo alti in termini di danni ambientali causati da attività industriali invasive e non rispettose dell’ambiente. Il fiume che da il nome alla Valle è stato oggetto di devastanti e continuativi inquinamenti per quasi un secolo dall’attività dell’Acna di Cengio, la cui risoluzione è ancora in essere a decenni dalla chiusura del sito industriale. Bonifica e definizione del danno ambientale sono ancora in corso; il letto della Bormida è ancora contaminato e per il suo ripristino totale toccherà aspettare decenni. Se allarghiamo il nostro sguardo al contesto provinciale, Alessandria ospita 3 siti da bonificare di interesse nazionale (sui 5 dell’intero Piemonte, dei 40 nazionali). A questo ragionamento va aggiunto quello delle risorse idriche a disposizione degli abitanti dell’alessandrino; un’ampia porzione di territorio, che parte da Tortona, passando per Novi Ligure fino ad arrivare ad Arquata, pesca l’acqua necessaria al suo approvvigionamento da acque superficiali (il torrente Scrivia) con ciò che ne consegue a livello di portata del fiume. Esemplificativo a questo proposito è il caso di Acqui Terme e dell’acquese che fino a qualche anno fa pescava nel torrente Erro, e che durante le frequenze secche estive lasciava senz’acqua intere fette di popolazione. Tale inconveniente è stato risolto grazie alla realizzazione di una condotta idrica che collega Predosa con l’intero bacino territoriale dell’acquese portando loro acqua potabile. L’importanza di questa falda acquifera, è ben testimoniata dal forte contrasto che il territorio, Amministrazioni pubbliche, comitati, associazioni e un numero molto alto di cittadini, ha messo in atto. In particolare, i Sindaci di tutti i Comuni interessati hanno da subito contrastato la discarica; io stesso, prima come Sindaco di Rivalta Bormida e Consigliere Provinciale, ora come Consigliere Regionale, ho convintamente partecipato – e partecipo tuttora – ad un puntuale lavoro di contrasto nel merito alla costruzione della discarica.
Ad oggi, nonostante questa forte contrarietà del territorio e l’assoluta importanza della falda per la nostra provincia, il rammarico più grande è che non esista ancora dal punto di vista normativo a livello di Provincia, Regione e Stato, una Legge che riesca a tutelare in maniera inequivocabile un bene così importante per il nostro presente ed il nostro futuro. A questo proposito, scorrendo il documento di autorizzazione alla costruzione della Discarica, firmato dalla Provincia dì Alessandria, appare chiaro che il punto fondamentale per proteggere la falda acquifera di Sezzadio sia il Piano di Tutela delle Acque, approvato nel lontano 2007 e ancora non entrato pienamente in funzione; la direzione ambiente delle Regione ha comunicato , già nel 2013, che “in assenza di disposizioni attuative delle Norme del Piano, la Regione afferma che per il principio di precauzione, il sito prescelto non risulta pienamente idoneo, per ubicazione e caratteristiche, ad ospitare un impianto di discarica.”
Il Dipartimento ambiente “ricorda quindi che non esistono disposizioni attuative delle Norme di Piano del PTA per quanto riguarda le aree di ricarica del sistema acquifero profondo, essendo necessari approfondimenti tecnici per delimitarle con maggior dettaglio, atti ad individuare limitazioni e prescrizioni specifiche.” Io ripartirei da qui; a metà del 2016 dovrebbero arrivare gli studi dell’Universitá di Torino, che nei mesi scorsi abbiamo sollecitato e che sono il presupposto fondamentale per licenziare le norme attuative del PTA. Parallelamente chiedo che il principio di precauzione più volte sollecitato dalla Regione e anche dal sottoscritto, sia tenuto in dovuta considerazione.
Alla luce delle ultime sentenze demolitorie, comprendo l’ineluttabilità dell’autorizzazione, chiedo però che la politica, l’etica e la responsabilità sociale delle imprese possano garantire l’essenziale approfondimento a tutela della falda acquifera di Sezzadio; per il bene dell’ambiente e della salute delle prossime generazioni.