29 Febbraio 2016
10:23
Era il Bellavita. Ora non c’è più futuro per il centro benessere di Spinetta
SPINETTA MARENGO – Fino all’ultimo i sindacati, Slc Cgil e Uil Comunicazione, hanno cercato di tenere aggrappata la ventina di lavoratori del centro benessere Bellavita di Spinetta alla società Wellness Age. Tramite la Regione Piemonte, e con il sostegno del Comune di Alessandria, ha ricordato Marco Sali della Cgil, che insieme al collega della Uil Maurizio Sfondrini ha seguito l’intera vicenda, le parti sociali avevano raggiunto un’intesa che legava la possibilità di accedere alla cassa integrazione in deroga alla formale apertura di trattative da parte di società interessate all’acquisizione del centro. “Purtroppo”, ha sottolineato Sali, nessuno si è fatto “concretamente avanti” ed è quindi svanita la possibilità di avere il sostegno dell’ammortizzatore sociale “fino al cambio di bandiera”.
Sbarrata questa possibile strada, la curatrice fallimentare, l’avvocato Pinelli di Reggio Emilia, “carte alla mano” ha portato avanti la procedura per la cessazione dell’attività e, quindi, dei rapporti di lavoro con i dipendenti. Un annuncio che alle orecchie dei sindacati è suonato “come una condanna senza possibilità di appello”. I lavoratori ora accederanno alla disoccupazione e grazie alle iniziative messe in atto negli ultimi mesi, ha aggiunto Marco Sali, i dipendenti, rimasi senza stipendio da ottobre, riceveranno le retribuzioni maturate fino al 19 gennaio, giorno precedente alla dichiarazione del fallimento, “anche se il denaro non arriverà purtroppo già da domani”. “I restanti pagamenti – ha precisato Sali- entrano invece nella procedura fallimentare e la speranza è che rimanga denaro sufficiente per saldare i dipendenti”.
Fortemente amareggiati dalla “fine” del centro benessere di Spinetta Marengo, i sindacati oggi si interrogano anche sul destino dell’intera struttura. “La palestra e la piscina erano un forte calamita di clienti. Venendo meno questa importante e strategica parte dell’attività, il centro perde attrattiva” ha concluso Sali, preoccupato dalle possibili ripercussioni sul fatturato del ristorante e dell’albergo del Bellavita che potrebbero rischiare “una lenta e inesorabile agonia”.
Tatiana Gagliano