Autore Redazione
mercoledì
9 Marzo 2016
23:00
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Politica - Alessandria

Atm in stato di agitazione per avere “risposte ufficiali” sul futuro dell’azienda

Atm in stato di agitazione per avere “risposte ufficiali” sul futuro dell’azienda

ALESSANDRIA – Dopo la partecipata assemblea di inizio settimana, i sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Silt sono pronti a dichiarare lo stato di agitazione dei dipendenti di Atm, la partecipata del settore trasporto alessandrina. La procedura, primo passo verso lo sciopero, permetterà anche ai sindacati di riunire attorno a un tavolo i vertici dell’azienda e, soprattutto, il Comune di Alessandria. Le parti sociali, hanno spiegato Alessandro Porta di Uiltrasporti e Giancarlo Topino di Filt Cgil, che insieme a Daniele Retini di Fit Cisl e Nicola Sirianni del Silt stanno seguendo la complessa vicenda di Atm, vogliono avere risposte “ufficiali dalla proprietà sul futuro dell’azienda. La “tegola” del passivo di 8 milioni di euro e della prossima messa in liquidazione della partecipata durante l’assemblea dei soci del 17 marzo è infatti arrivata solo pochi giorni fa durante “una riunione informale” e tanti sono gli “interrogativi e i dubbi” delle parti sociali. Alle orecchie di Cgil, Cisl, Uil e Silt non è ad esempio sfuggito il recente dibattito che si è acceso a Palazzo Rosso sul canone per l’occupazione del suolo pubblico, Cosap, relativo in particolare alla concessione dei parcheggi. Un tema che ben conoscono in Atm, ha ricordato Alessandro Porta, che annualmente ha dovuto sborsare circa 1,2 milioni di euro per saldare questa voce di spesa. Il regolamento che i  sindacati hanno sempre denunciato essere uno dei “più pesanti” fardelli sui conti della partecipata, insieme ai 900 mila euro di mutuo per il ben poco redditizio parcheggio di via Parma, verrà infatti modificato proprio in questi giorni. Durante il Consiglio Comunale di venerdì  si dovrebbe discutere della proposta dell’amministrazione di svincolare i pagamenti del concessionario parcheggi dal totale di metri lineari di suolo pubblico occupati “con le strisce blu” e legare invece l’importo al contratto di servizio, ad esempio tramite un canone di concessione. “Perché, se davvero sarà così, farlo solo ora, quando Atm è ormai morta e il cadavere sta per essere sotterrato?”. Il dubbio delle parti sociali è questa modifica sia legata in qualche modo a un possibile“spacchettamento” dell’azienda.  “Sembra che l’intenzione sia quella di replicare l’operazione tra Amag e l’ex Amiu ma fino ad oggi nessuno ci ha detto nulla. Non sappiamo, quindi, se verrà trasferita tutta l’azienda in blocco o solo i servizi pubblici essenziali  e, quindi, cosa ne sarà eventualmente degli altri. Proprio per avere queste risposte abbiamo dichiarato lo stato di agitazione che obbligherà le parti a sedersi attorno a un tavolo”. “Forse – ha sottolineato con rammarico il sindacalista della Uil – proprio un confronto costante e continuo, come più volte sollecitato negli anni, ci avrebbe permesso di arginare la crisi di Atm. Con un programma preciso avremmo  potuto abbattere i costi e occupare comunque i lavoratori, seguendo anche le proposte che come parti sociali abbiamo avanzato in questi anni, sfruttando poi pensionamenti e percorsi di riqualificazione dei dipendenti”. In attesa delle risposte “ufficiali” del Comune di Alessandria, i sindacati hanno comunque rimarcato un punto “dopo aver accettato la cassa integrazione e riduzioni delle retribuzioni, i 213 dipendenti di Atm devono continuare a lavorare. Non permetteremo che siano loro i famosi 300 esuberi di cui si era parlato subito dopo la dichiarazione di dissesto del Comune

Tatiana Gagliano

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