27 Maggio 2025
20:19
Regione sostiene tirocini extracurriculari, Raiteri (Fratelli d’Italia): “Strada concreta per il lavoro giovanile”
PIEMONTE – In Piemonte, oltre la metà dei giovani neodiplomati o qualificati trova un lavoro stabile – con contratto a tempo indeterminato o in apprendistato – dopo un tirocinio extracurriculare. Secondo Fratelli d’Italia “i tirocini sono una vera occasione di inserimento nel mondo del lavoro, non uno sfruttamento mascherato”.
“Con il nostro ordine del giorno, approvato in Consiglio Regionale, abbiamo chiesto alla Giunta Regionale di tutelare questo strumento, fondamentale soprattutto per giovani e disoccupati, contrastandone gli abusi ma senza cedere alla tentazione ideologica dell’opposizione, che ne chiede la cancellazione – afferma il consigliere regionale e Portavoce di Fratelli d’Italia in III Commissione, Silvia Raiteri – dire no ai tirocini significa dire no a migliaia di opportunità di formazione e lavoro, proprio in un momento in cui le imprese piemontesi faticano a trovare personale qualificato. Sarebbe un danno per tutto il tessuto produttivo locale”.
Questa la posizione di Fratelli d’Italia: “Rafforzare i controlli e punire chi abusa, ma sostenere chi investe nei giovani, offrendo tirocini seri, formativi, e che spesso sfociano in un’assunzione. Per questo chiediamo anche incentivi per le aziende virtuose che decidono di assumere i tirocinanti al termine dell’esperienza”.
“Abbiamo inoltre chiesto alla Giunta – prosegue Raiteri – di promuovere campagne di informazione sul territorio, per far conoscere meglio ai giovani e alle imprese i vantaggi e le regole del tirocinio extracurriculare. A livello europeo, è in corso una discussione su nuove direttive per tutelare i tirocinanti e contrastare eventuali abusi. Anche qui vogliamo che il Piemonte faccia la sua parte, portando una voce equilibrata e responsabile, che valorizzi lo strumento e al contempo ne rafforzi le garanzie. Il nostro obiettivo è semplice e concreto: permettere ai datori di lavoro di continuare ad attivare tirocini – anzi, di aumentare i tirocini – quando questi si traducono in assunzioni reali, di almeno sei mesi. Perché il lavoro non si crea con le promesse, ma con strumenti efficaci, fiducia nelle imprese e sostegno alla formazione dei giovani. Dire no ai tirocini significa dire no a migliaia di opportunità di formazione e lavoro”.