Autore Redazione
giovedì
17 Luglio 2025
15:41
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Politica - Alessandria

Zona rossa ai giardini della stazione di Alessandria: le posizioni a confronto di M5s e Lega

Zona rossa ai giardini della stazione di Alessandria: le posizioni a confronto di M5s e Lega

ALESSANDRIA – Anche le sezioni alessandrine del Movimento 5 Stelle e della Lega sono intervenute sul tema della sicurezza in città, dopo l’istituzione delle cosiddette zone rosse ai giardini della stazione e, con tutta probabilità, tra piazza Santo Stefano e piazza Santa Maria di Castello.

Sul fronte della maggioranza i pentastellati invocano onestà, equilibrio e consapevolezza. Le misure emergenziali come l’istituzione delle cosiddette zone rosse non possono essere viste come soluzioni automatiche, ma vanno inserite in un quadro più ampio, con una chiara strategia alle spalle, analisi dei contesti e un confronto aperto tra istituzioni e cittadini. Difendiamo il principio di aree a sicurezza rafforzata solo se fondate su criteri trasparenti, proporzionati e realmente efficaci. Al contrario, misure calate dall’alto, prive di una logica territoriale e potenzialmente lesive dei diritti, non risolvono il problema, lo spostano. E talvolta creano tensioni sociali difficili da gestire. Sappiamo bene che esiste spesso una discrepanza tra sicurezza percepita e sicurezza reale. Ma ignorare la prima significa non capire quanto incida sulla qualità della vita delle persone. Non si tratta di pregiudizio, bensì di disagio. I reati di strada – spesso commessi da persone che non hanno potuto avere una reale possibilità di inclusione – nascono da marginalità e abbandono sociale. Questo è un dato. Ringraziamo le associazioni per il lavoro che svolgono sul territorio per l’inclusione. Ad Alessandria ce ne sono tante e molte lavorano sodo e nell’anonimato. Allo stesso tempo, non possiamo tacere un rischio concreto: quello che le zone rosse, più che difendere i cittadini, diventino terreno per pratiche discriminatorie e profilazioni arbitrarie. Il presidio delle aree critiche da parte delle forze dell’ordine dovrebbe essere costante e normale, non legato a deroghe straordinarie. Fermare e identificare una persona sulla base dell’aspetto fisico o dell’origine etnica è sbagliato, oltre che inutile. Lo abbiamo visto negli USA, lo abbiamo visto in Francia: non è questa la strada. Le comunità straniere devono essere parte attiva della soluzione, coinvolte e sostenute nel contrasto alla criminalità e nella promozione della legalità. Solo così potremo parlare davvero di integrazione, e non solo di contenimento. Riconosciamo il lavoro dell’amministrazione comunale, in particolare del sindaco Giorgio Abonante, nel tenere alta l’attenzione sul tema e nell’avere chiesto una convocazione straordinaria del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza. Condividiamo inoltre il potenziamento della videosorveglianza, il miglioramento dell’illuminazione pubblica e l’avvio di progetti congiunti tra i servizi sociali e sanitari, soprattutto nella gestione dei casi in cui marginalità e disagio psichico si sovrappongono. La sicurezza non può ridursi a propaganda né essere affidata solo a sindaci e forze dell’ordine. Serve un lavoro corale, senza scorciatoie né slogan. Chi cammina per strada deve potersi sentire sicuro. Sempre. E chi vive ai margini deve essere accompagnato, non isolato”.

Secondo la Lega, inoltre, istituire la zona rossa ai giardini della stazione è stata una “scelta giusta e necessaria. È il frutto di uno strumento normativo, il tanto discusso Decreto Sicurezza, voluto dalla Lega e contrastato dalla sinistra, che offre finalmente ai sindaci la possibilità di intervenire in maniera incisiva contro il degrado di aree urbane particolarmente fragili. Un passo nella giusta direzione. Ma uno strumento, da solo, non basta. Deve essere accompagnato da una seria riorganizzazione anche della Polizia Locale, che oggi paga un cronico sotto-organico e una gerarchia di priorità ormai distante dalla realtà dei cittadini. Il paradosso è evidente. Da un lato, l’amministrazione invoca sicurezza, promette presidio del territorio e chiede agli agenti di garantire ordine nei giardini e nelle piazze. Dall’altro, quegli stessi agenti vengono distolti da questo compito per essere impiegati a controllare la sosta e multare gli automobilisti – attività che fino a poco tempo fa era svolta dagli ausiliari del traffico. Il risultato è duplice: un caos crescente nella gestione dei parcheggi e un presidio del territorio sempre più rarefatto. La convocazione – con oltre un mese di ritardo – della commissione consiliare sulla sicurezza, prevista per il prossimo 25 luglio, è un altro segnale di questa disattenzione strategica. Nel frattempo, i cittadini continuano a percepire insicurezza e i commercianti a subire furti, danni e intimidazioni. Certo, è giusto e necessario presidiare i giardini pubblici. Ma è altrettanto urgente proteggere le attività economiche che ogni settimana finiscono nel mirino della criminalità. Servono coraggio, metodo, capacità di stabilire una gerarchia chiara delle priorità. È la visione politica – o la sua assenza – a decidere se una città tornerà davvero a essere sicura e vivibile, o resterà prigioniera delle sue contraddizioni, ed una città che confonde i parcheggi con la sicurezza, resta sospesa: tra ordinanze e disordine, in attesa di una visione che dopo tre anni non c’è”. 

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