Autore Redazione
lunedì
21 Marzo 2016
16:39
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Politica - Casale Monferrato

Da Casale due piani contro l’addio a Bistefani

Da Casale due piani contro l’addio a Bistefani

CASALE MONFERRATO – Ci sono due piani per tutelare i lavoratori della Bistefani di Villanova Monferrato dopo l’annuncio di chiusura a giugno da parte del Gruppo Bauli. Uno al momento sembra avere poche speranze, l’altro è tutto da percorrere e da valutare strada facendo. Gli scenari sono emersi durante l’incontro tra le delegazioni sindacali, alcuni delegati dei lavoratori, i sindaci di Casale, Villanova, Trino, Balzola e Stroppiana. Come ha spiegato a Radio Gold il sindaco di Casale, Titti Palazzetti, il “piano A” esorterà il Gruppo Bauli “a rivedere le proprie decisioni in rispetto degli impegni precedentemente assunti pubblicamente e in incontri sindacali“. “Questa strada – ha spiegato Palazzetti  sembra difficile ma la proprietà deve dar conto del suo comportamento. Durante gli incontri sindacali a dicembre aveva assicurato che la fabbrica sarebbe rimasta aperta. È un comportamento inaspettato, oserei dire scorretto. Noi chiediamo all’azienda di lasciare lo stabilimento in loco perché non vogliamo che si impoverisca il tessuto produttivo e non vogliamo che le persone rimangano senza lavoro. Il trasferimento a Verona di 144 lavoratori infatti è sulla carta, poi bisogna vedere cosa accadrà davvero“.

Anche i sindacati provano a seguire questo percorso, come ha spiegato Marco Malpassi, della Flai Cgil. “La strada è sicuramente impervia ma ci proviamo – ha aggiunto Malpassi. La Bauli era arrivata con promesse di rilancio di prodotti, piani industriali ambiziosi e in realtà non si è mai visto nulla. Il cambio di amministratore delegato poi ha confermato le nostre preoccupazione di fine anno.”

Parallelamente c’è “il piano B” e cioè “un adeguato sostegno ai lavoratori per tutelarli nel loro disagio e nel ricollocarsi“. Istituzioni e sindacati si stanno attivando per “l’apertura di un tavolo nazionale finalizzato a far rispettare i patti stretti dall’azienda – ha dichiarato ancora il sindaco di Casale. Poi speriamo, assieme al Governo, di attirare un’altra azienda che possa subentrare alla Bauli qualora non voglia rimanere dov’è. Inoltre chiediamo di esaminare a livello nazionale il settore dolciario perché pare sia in affanno in questo momento, purtroppo“.

Il Tavolo istituzionale nazionale di crisi per l’intero gruppo Bauli “permetterebbe di prendere qualche mese di tempo anche se siamo stretti da questo punto di vista – ha puntualizzato Malpassi. Nel caso in cui non riuscissimo a evitare la chiusura dello stabilimento non potremo neanche permetterci di perdere gli ultimi 12 o 18 mesi di mobilità che quest’anno la normativa ci garantisce ancora“.

La tensione mista a sconforto nei lavoratori, intanto, è notevole. Il 30 e 31 marzo sono state proclamate 8 ore di sciopero per giorno. “In azienda c’è rassegnazione – ha spiegato il rappresentante Flai Cgil. Durante l’assemblea abbiamo proposto o lo sciopero a oltranza o un incontro per gestire alcuni punti relativi alla chiusura, sperando di mantenere aperto lo stabilimento attraverso il tavolo istituzionale. Noi il 30 e il 31 faremo un presidio davanti a Confindustria e al termine dell’incontro diremo ai lavoratori se c’è la possibilità di arrivare a un accordo soddisfacente o procedere, parlando chiaro, con l’occupazione della fabbrica“.

All’incontro di oggi pomeriggio hanno partecipato anche i Parlamentari Fabio Lavagno e Cristina Bargero, il Consiliere Regionale, Domenico Ravetti, e un funzionario della Regione Piemonte in rappresentanza dell’Assessore Gianna Pentenero.

Il documento che ha proposto le strade illustrate è stato sottoscritto dal sindaco di Casale, Titti Palazzetti, dal sindaco di Villanova Monferrato, Mauro Cabiati, dal sindaco di trino, Alessandro Portinaro, dal sindaco di Balzola, Armanda Grignolio e dal sindaco di Stroppiana, Giuseppina Carenzo.

(foto tratta dal profilo facebook del sindaco Titti Palazzetti).

Fabrizio Laddago

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