22 Agosto 2025
05:09
Taglio fondi per minori stranieri non accompagnati, assessora Cazzulo: “Governo scarica i costi sui Comuni”
ALESSANDRIA – “Un’operazione politica che rischia di produrre una guerra tra le fasce più vulnerabili della popolazione, con danni per tutto il sistema paese”. L’assessora alle Politiche Sociali del Comune di Alessandria, Roberta Cazzulo, ha commentato così la scelta del Governo Meloni di tagliare i rimborsi ai Comuni per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, riducendoli al 35% con effetto retroattivo. Questo giovedì il parlamentare Pd Federico Fornaro ha annunciato a questo proposito la sottoscrizione di una interrogazione firmata da 40 deputati dem.
In particolare in provincia di Alessandria trovano attualmente accoglienza 80 minori stranieri non accompagnati (il 10% rispetto al dato regionale): 73 maschi e 7 femmine. “Una scelta che rischia, tra pochi mesi, di lasciare in strada centinaia di ragazzi che studiano, inseriti in percorsi di formazione e avviamento al lavoro, che hanno diritto a un futuro dignitoso” ha sottolineato Cazzulo “il taglio non solo mette in difficoltà i Comuni medio-piccoli, già provati da bilanci fragili, ma compromette anni di lavoro nel campo dell’accoglienza: alfabetizzazione, supporto scolastico, assistenza sanitaria, percorsi di inserimento lavorativo. Le risorse per i minori stranieri non accompagnati si assottigliano da anni: ridurre quella spesa significa creare buchi nei bilanci degli enti locali o tagli nei servizi e nel welfare, oltre che limitare i diritti di bambine e bambini. Il divario stimato da Anci è di almeno 80 milioni per il 2023 e più di 110 milioni nel 2024 e di 53 milioni per il primo trimestre del 2025: in un paese con deficit demografico come il nostro dovrebbe essere un investimento”.
“Invece” ha aggiunto l’esponente della giunta Abonante “il Governo agisce con una macchina di propaganda che scarica responsabilità e costi sui Comuni, molti dei quali – soprattutto al Sud – sono già in dissesto o pre-dissesto. Al 31 maggio 2025 sono 16.566 i minori stranieri non accompagnati in Italia. Sono soprattutto ragazzi tra i 16 e i 17 anni (71 per cento) ma ci sono anche più di 2mila bambine e ragazze. Vengono da Egitto, Ucraina e Gambia, e il 22% è accolto in Sicilia, seguita da Lombardia e Campania. Il Piemonte è la sesta regione per presenza di minori stranieri non accompagnati, con il 5% del totale”.
“Si tratta per la maggior parte di ragazzi tra i 15 e 17 anni, ma esistono differenze di genere a seconda dell’età dei minori: tra le ragazze infatti la fascia d’età più rappresentata è quella tra i 7 e 14 anni. Anche per quanto riguarda le provenienze una grossa differenza è data dal genere del minore: tra le ragazze la maggior parte è composta da ucraine (60%), mentre per i ragazzi al primo posto troviamo l’Egitto (38%), seguito da Tunisia (10%), Ucraina (9%) e Gambia (7%). Abbiamo un numero considerevole di minori che vivono all’interno del Sistema accoglienza integrazione -ma purtroppo i progetti non sono sufficienti rispetto alle reali necessità. È fondamentale quindi che venga garantita una copertura adeguata e significativa del Fondo destinato ai minori stranieri non accompagnati. Tra le situazioni più critiche denunciate da Anci vi è quella di Trieste, che ha un buco di 10 milioni. Bergamo dal 2023 ha speso 11,6 milioni di euro e se ne è visti rimborsare 3,3: ne mancano 8,3. Non se la passano bene neanche Genova (6 milioni) o Napoli (2 milioni). E poi ci sono Agrigento (2,2 milioni), L’Aquila (2 milioni), Novara (1,4 milioni). Le risorse oggi disponibili non coprono il fabbisogno, né può essere concepibile il sistema del “chi-prima-arriva” per accedere ai rimborsi fino a esaurimento del fondo. I costi diventano sempre più elevati e difficilmente sostenibili: è evidente come per il futuro la strada non possa che essere quella di investire sull’accoglienza, coniugando la tutela dei diritti umani e della dignità della persona con la tenuta sociale delle nostre comunità. Solo rafforzandola e passando dalla logica dell’emergenza e della temporaneità dei progetti a una strutturale di servizi potremo gestire il fenomeno delle migrazioni non come un problema ma come un’opportunità contro spopolamento e crisi demografica”.