16 Settembre 2025
17:57
Fine vita, assessore Riboldi: “Stiamo procedendo alle linee di indirizzo regionali per gli ospedali”
PIEMONTE – Il Piemonte sta procedendo all’elaborazione delle linee di indirizzo regionali in materia di fine vita per le aziende sanitarie alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, nella risposta alle due interrogazioni delle consigliere di opposizione Valentina Cera (Alleanza Verdi Sinistra) “Assenza di linee guida regionali sul suicidio assistito” e di Sarah Disabato (M5s) “Suicidio medicalmente assistito: assenza di linee guida regionali e primo caso in Piemonte”. Le due interrogazioni si riferiscono alla sentenza 242 del 2019 sul caso Cappato della Corte costituzionale e al vuoto normativo e di tutela dei cittadini in mancanza di linee guida per l’applicazione in Piemonte della sentenza.
Secondo Cera “nonostante l’ammissibilità dal 2023 della proposta di legge di iniziativa popolare, per la quale sono state raccolte 11.438 firme, non risultano ancora adottate le linee guida”. In merito alla prima richiesta ricevuta a giugno di suicidio medicalmente assistito, secondo Disabato “l’Asl To4 dovrà fare da sola” e in assenza di risposte “ha istituito per la prima volta una commissione aziendale per valutare entro 45 giorni i requisiti stabiliti dalla sentenza del 2019. Pur senza colmare la mancanza di normativa nazionale, quella regionale stabilirebbe un importante punto di vista tecnico per semplificare e rendere meno confuso il procedimento”.
Per l’assessore Riboldi “tale sentenza amplia significativamente i margini dell’autodeterminazione individuale oltre la linea del diritto di rifiutare o interrompere trattamenti sanitari. L’amministrazione è ben consapevole della rilevanza e della delicatezza della materia che vede la perdurante assenza di una normativa nazionale alla quale la giurisprudenza anche costituzionale, non può sostituirsi. Per questo motivo la direzione sanità sta dedicando la massima e solerte attenzione affinché vi sia un testo conforme alle pronunce giurisprudenziali e alle normative vigenti. Non appena il documento sarà finalizzato e ufficialmente approvato, sarà prontamente reso disponibile nel rispetto delle procedure”.
“L’apertura odierna da parte di Riboldi è tardiva“ ha replicato Disabato “se nella scorsa legislatura il Centrodestra avesse approvato la proposta di legge di iniziativa popolare dell’Associazione Luca Coscioni, sostenuta da migliaia di firme, oggi non ci troveremmo in questo limbo. Dopo aver affossato il dibattito, adesso l’assessore fa dietrofront e dice di voler stilare le linee di indirizzo, che peraltro non sono mai arrivate, nonostante gli annunci di chi lo ha preceduto. Ci chiediamo come reagiranno i colleghi del centrodestra che, in precedenza, hanno messo la testa sotto la sabbia. Sarebbe opportuna a questo punto una presa di posizione chiara da parte del Presidente Cirio, dal momento che i partiti che lo sostengono pare non siano in grado di dare risposte ai cittadini piemontesi. Auspichiamo si assicurino procedure uniformi e certe, affinché venga finalmente tutelato il diritto delle persone di autodeterminarsi. A nostro avviso sarebbe importante riportare in aula il dibattito sulla proposta di legge di iniziativa popolare, rimediando a un grande errore del passato”.
“Con una interrogazione urgente, viste le richieste giunte alla AslTo4 e all’Asl città di Torino, abbiamo chiesto, ancora una volta, all’assessore Riboldi quando finalmente sarà in grado di dotare la Regione Piemonte delle linee guida sul suicidio medicalmente assistito. La risposta è stata la stessa di mesi fa: le linee guida sono necessarie ma ancora non ci sono e non c’è una data nemmeno per riprendere un dibattito che questa destra al governo della Regione ha voluto bruscamente interrompere dopo le 11.438 firme raccolte per la legge delle di iniziativa popolare sul fine vita “liberi subito” hanno sottolineato le consigliere di Avs Cera e Ravinale “continuano a trincerarsi dietro l’assenza di una normativa nazionale sul tema, scusa che però da dopo l’esempio della legge regionale approvata in Toscana non regge più e intanto che aspettiamo il governo le Asl restano senza disposizioni e si devono organizzare autonomamente per rispondere alle richieste. Ovviamente in assenza di linee guida non si avrà uniformità territoriale, non sarà garantita certezza giuridica e nemmeno tempestività per tutelare un diritto riconosciuto dalla Corte costituzionale con la sentenza 242/2019 (caso Cappato). Evidentemente tutelare i diritti delle persone, quelle più fragili in questo caso, non è in cima alle priorità di questa destra regionale che ha posizioni contrastanti sul tema e allora sceglie di non decidere fregandosene delle conseguenze sulla vita delle persone. Continueremo questa battaglia di civiltà dentro e fuori le Istituzioni, convinte che i e le piemontesi meritino decisamente di più in termini di tutela di diritti riconosciuti”.