Autore Redazione
mercoledì
3 Dicembre 2025
05:44
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Politica - Alessandria

Giornata persone con disabilità, assessora Cazzulo: “Politica lotti per una società fatta di differenze legittime”

Giornata persone con disabilità, assessora Cazzulo: “Politica lotti per una società fatta di differenze legittime”

ALESSANDRIA – “Quella che vedo sicuramente come sfida in questo momento storico è la necessità di un’alleanza con il nostri consorzi socio assistenziali e le associazioni del nostro territorio”. Queste le parole dell’assessora alle Politiche Sociali di Alessandria, Roberta Cazzulo, in occasione di oggi, 3 dicembre, la Giornata internazionale delle persone con disabilità, “un’occasione per riflettere sui progressi fatti e sulle sfide ancora da affrontare, quest’anno dedicata al tema “Promuovere società inclusive per le persone con disabilità per favorire il progresso sociale”.

Secondo l’esponente della giunta Abonante “sulla sfida culturale dei diritti, trasversale e intersezionale, la politica deve impegnarsi a creare le condizioni culturali necessarie, lottare quotidianamente per un’idea di società fatta di differenze, tutte legittime, che si concretizza non solo con politiche assistenziali in senso stretto, ma anche con le politiche sociali e le politiche per i diritti e le pari opportunità. Le aspettative sono alte l’amministrazione comunale ci sarà a fianco del nostro Consorzio Socio Assistenziale e dell’Inps”.

“Questa giornata” secondo Cazzulo “non deve rappresentare una mera celebrazione, ma un’occasione per rinnovare l’impegno verso una visione più giusta e lungimirante. Ciò che serve è un impegno concreto, senza burocrazie eccessive. Formazione di qualità per gli operatori del sostegno, senza trasformare i corsi online in un business lucrativo. Accesso reale ai luoghi pubblici, all’istruzione e al lavoro, eliminando le barriere che impediscono una partecipazione piena e dignitosa. L’inclusione sociale non è solo uno slogan, ma un obiettivo che richiede visione, risorse e volontà politica. La dignità delle persone con disabilità non deve essere un’opzione, ma una priorità per tutta la società. La giornata di oggi è sicuramente un’occasione importante di confronto. Il decreto Milleproroghe aggiunge 11 nuove province alle nove attuali, per le quali è già in corso la sperimentazione dal 1° gennaio 2025. Tra le 11 c’è anche la provincia di Alessandria, che sta avviando un processo di innovazione per adeguare strutture e procedure ai dettami della riforma sulla disabilità. Dal 30 settembre la provincia di Alessandria è il primo territorio del Piemonte a sperimentare il nuovo iter procedurale per l’accertamento della disabilità.”

“La sfida posta dal nuovo impianto normativo non è solo organizzativa, ma anche profondamente culturaleha spiegato l’assessora alessandrina “nel nostro mondo, il mondo di chi amministra, di chi fa politica si tende a rappresentare in modo molto stereotipato ed omogeneo la disabilità secondo il paradigma quello assistenziale, custodiale, della oggettivazione della persona della quale si fa fatica a pensare che possa esistere, invece, una dimensione di desiderio, di proiezione, di progetto. La strada da percorrere è in salita: da un lato abbiamo la normativa nazionale, dall’altro 21 sistemi regionali sanitari diversi uno dall’altro, modelli di integrazione sociosanitaria diversissimi e questo in un’ottica politica dei diritti ci obbliga a riflettere. Ci sono due fondamentali problemi riguardo i decreti attuativi che dovrebbero far funzionare la legge stessa: non ci sono risorse economiche, mancano il personale e soprattutto le competenze. Siamo ancora purtroppo di fronte ad un deficit culturale: sostituire il concetto di assistenza sociale – che implica un’azione di sostegno a favore di un soggetto passivo – con il concetto di riconoscimento sociale. Questo cambiamento si fonda infatti sul riconoscimento che ogni individuo ha un valore intrinseco e il diritto a realizzare il proprio potenziale. Fondamentale sarà la formazione: le nostre operatrici, i nostri operatori dovranno essere formati secondo questo nuovo orizzonte. La stessa domiciliarità andrà vissuta in maniera differente, immaginando percorsi che non prevedano necessariamente la collocazione in uno spazio definito. Va affrontato, inoltre il rapporto con la Sanità cercando di uscire insieme dall’ottica prettamente assistenziale che caratterizza i Livelli Essenziali di Assistenza, i quali oltretutto spesso risentono di una mancanza di flessibilità e non si adattano facilmente né alla ampia gamma di patologie che provocano varie forme di disabilità, ne alle innovazioni proposte dal mondo della ricerca medico-scientifica”.

“Abbiamo inoltre bisogno di una scelta normativa regionale chiara rispetto a tutta la tematica dell’integrazione sociosanitaria necessaria ai tecnici per poter realizzare i progetti di vita, non è possibile prescindere da questo. E’ necessaria una normativa che omogenizzi i processi. Rispetto alla tematica delle risorse dei fondi nel momento in cui abbiamo una riforma che parla di progetto di vita personalizzato noi abbiamo dei fondi che sono molto vincolati, che vincolano anche l’operare dei tecnici, ad esempio sulla domiciliarietà, sulla residenzialità…questo è un altro aspetto che va rivisitato in caso contrario diventa più difficoltoso metterlo in pratica. Anche sotto l’aspetto tecnico-amministrativo è necessaria più flessibilità che non significa assenza di controlli”.

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