Autore Redazione
giovedì
21 Aprile 2016
15:42
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Politica

“Insulti e minacce” all’onorevole Bargero dopo discorso su acqua bene pubblico e partono querele

“Insulti e minacce” all’onorevole Bargero dopo discorso su acqua bene pubblico e partono querele

ROMA – Baraonda sul web dopo le dichiarazioni in Parlamento dell’onorevole di Casale Monferrato, Cristina Bargero, intervenuta mercoledì sulle norme legate alla tutela, governo e gestione pubblica delle acque. Tutto è nato dalle contestazioni del Movimento 5 stelle, inferocito per il passaggio in cui la deputata sostiene che “l’acqua pubblica che arriva nelle nostre case non” possa “essere considerata un bene pubblico”. Una frase e un intervento mal interpretato, ha spiegato Cristina Bargero a Radio Gold, indignata per le pesanti critiche ricevute in queste ore: “è stato preso un solo pezzo del mio intervento in cui ho spiegato che l’acqua è un settore a interesse generale. Inoltre se noi guardiamo la definizione che la letteratura economica dà al concetto di ‘bene pubblico’ vediamo che l’acqua non può essere definita così perché se non avessimo la rete idrica dell’acquedotto che arriva a casa nostra saremmo esclusi dal servizio. Quindi cambia tutta la regolazione. È stata estrapolata solo una frase per crearne un caso anche perché a noi interessa solo la regolazione: avere tutto il servizio idrico che funzioni e che le tariffe siano eque“. Il fatto che il servizio sia erogato da una società pubblica, privata o mista “non ha importanza – ha aggiunto Cristina Bargero – per il cittadino. L’importante è che le tariffe siano accessibili“.

La vicenda è partita dalle proteste vibrate di M5s e SI in Aula a Montecitorio, cui si è poi accodata la rabbia degli utenti della rete, intervenuti in difesa del referendum sull’acqua pubblica del 2011, secondo molti minacciato dal ddl passato alla Camera e pronto per approdare a Palazzo Madama.

In rete sono così apparsi commenti offensivi e anche “minacce ha spiegato Cristina Bargero, che hanno indotto la deputata a sporgere denuncia: “penso che sia giusto denunciare queste cose. Io non sono spaventata ma sono molto infastidita da queste critiche. Io capisco che i cittadini si preoccupino ma dobbiamo spiegare come stanno le cose e non bisogna fare demagogia. Inoltre aggiungo anche che nei commenti rivolti alla mia persona c’è molto sessismo e questo mi infastidisce molto“.

Diversi parlamentari e politici hanno manifestato solidarietà e condannato le feroci critiche arrivate dal web, come l’onorevole Fabio Lavagno che su facebook ha scritto: “esprimo tutta la mia solidarietà a Cristina Bargero per i violenti attacchi che sta subendo la mia collega in queste ore a seguito di un intervento svolto ieri alla Camera e di cui circola una versione tagliata sul web. Credo che sia giusto puntualizzare che ha utilizzato lo scarsissimo tempo a disposizione tentando di riportare la discussione fuori dalla demagogia e dalle strumentalizzazioni che imperversano sul tema in discussione. A tutti ricordo che non è per nulla facile nel giro di un minuto provare ad argomentare su un tema difficile come il Sistema Idrico Integrato e la sua complessità. Insulti e minacce, non appartengono alla democrazia”.

Tornando alla questione politica il Movimento 5 stelle contesta l’aspetto della regolamentazione sollevato in aula e difeso da Cristina Bargero: “consentire alle grosse multiutility private di gestirle e di guadagnarci è illogico – sostengono i pentastellati. Non si può prima distruggere la cosa pubblica e poi svenderla agli speculatori perchè oramai non ha più valore dicendo che non la si può gestire. Ammettiamo che qualcuno non è stato in grado di gestirla e quel qualcuno se ne prenda le responsabilità! Il Movimento 5 stelle è chiaro: i servizi pubblici essenziali devono essere gestiti dal pubblico!”.

Ecco invece cosa ha sostenuto mercoledì l’onorevole Bargero in aula:

“Mi rivolgo a lei, Presidente, perché noto un po’ di confusione nel dibattito di oggi. Innanzitutto, mi sembra che, da una parte, si voglia ritornare al capitalismo municipale di Montemartini, ma il capitalismo municipale di Montemartini era ispirato da ben altri motivi e i fini di redistribuzione delle aziende speciali o del servizio che, allora, era in economia, andavano a sussidiare altri servizi. Dall’altra, si considera l’acqua pubblica un bene comune, ma l’acqua pubblica che arriva nelle nostre case non può essere considerata un bene pubblico, e qui vi spiego perché c’è un bisogno di regolazione e anche di separazione del servizio: perché l’acqua non è un bene non rivale e non escludibile; per arrivare nelle nostre case può essere escludibile, perché noi abbiamo dei lavori, abbiamo un acquedotto, abbiamo delle condutture che lo portano, quindi, tutto il dibattito è un po’ viziato.
L’escludibilità del servizio esiste, e per questo è intervenuta la Commissione europea, considerando il servizio idrico un servizio di interesse generale che deve essere garantito a tutti e in condizioni di non discriminazione e di accessibilità ovunque ci si trovi; e la regolazione dei servizi ad interesse generale, innanzitutto ce la dà la Comunità europea. Seconda cosa: che lo gestisca una società in house, come la proposta di
legge oggi in esame prevede, una società a capitale pubblico, una società mista, all’utente finale, al cittadino non deve interessare, perché quello che garantisce il cittadino, quello che garantisce gli investimenti nella rete, e cioè una separazione tra la rete, che è un monopolio naturale e la gestione del servizio – ed è qui l’errore ideologico che voi fate – ci deve essere garantito attraverso l’affidamento, da un buon contratto di servizio e dalla regolazione.
Presidente, mi pare invece che il dibattito di oggi sia soprattutto ideologico e non sia centrato su quelli che poi sono i veri problemi di regolazione e di gestione del servizio, perché noi dobbiamo poter garantire investimenti tramite le tariffe (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)”.

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