22 Aprile 2016
09:43
Sulla clinica S. Anna la Regione ascolta ma avverte: “non possiamo difendere tutto ciò che è stato”
CASALE MONFERRATO – Si è consumato giovedì, come previsto, il confronto sul futuro di interventistica alla clinica S. Anna di Casale Monferrato. La Regione ha convocato la IV commissione sanità per ascoltare il consigliere di Forza Italia, Giorgio Demezzi, forte delle sue 7.500 firme a difesa della struttura, affiancato, tra gli altri, anche dal sindaco di Casale, Titti Palazzetti, ma segnato dall’assenza della proprietà della clinica. “Il confronto – ha spiegato Demezzi – è stato serio con la partecipazione di tutti i membri della Commissione anche se ha stupito l’assenza della proprietà della clinica che si è limitata a inviare una lettera. Un atteggiamento gravissimo a fronte di rischi anche sul fronte occupazionale. Abbiamo comunque potuto presentare tutte le problematiche legate alla chiusura di interventistica e ribadito che queste decisioni non possono essere prese in maniera privatistica tra la Regione e la proprietà della clinica. Per scelte come queste devono essere coinvolti i cittadini attraverso anche coloro che li rappresentano. Devo prendere atto che anche il sindaco ha messo in evidenza le carenze del nostro ospedale e che quindi non c’è stata al momento e sicuramente non ci sarà nell’immediato una compensazione della chiusura di interventistica.”
Il sindaco Titti Palazzetti ha spiegato di avere a cuore il futuro della clinica, utile a integrare il pubblico: “avevamo chiesto che l’attività della clinica fosse prorogata almeno fino a che l’ospedale non sarà in grado di smaltire le liste di attesa e di svolgere il ruolo che non riusciva a svolgere per mancanza di medici e infermieri. Ho ribadito che l’ospedale è ancora in questa situazione e che quindi è urgente il piano di assunzione. Inoltre ho chiesto che la clinica rimanga aperta fino a che l’ospedale non benefici di nuove assunzioni, inoltre ho esortato una verifica rispetto alla possibilità di ospitare gli psichiatrici nella clinica Sant’Anna che peraltro sorge vicino al centro abitato e alle scuole”.
Dalla regione però le risposte arriveranno sulla base di un’analisi copmplessiva e non particolare. Questo in sintesi infatti il pensiero del presidente della commissione sanità regionale, Domenico Ravetti: “al centro, di importante, dobbiamo mettere la sanità nel complesso. Quando 7mila persone firmano un documento per dimostrare la necessità di soffermarsi sul futuro della sanità è bene tenere in considerazione le loro posizioni. Sul Santo Spirito però sono state fatte delle scelte che riguardano il potenziamento dell’ospedale nell’ambito della rete oncologica piemontese. Su Casale è quasi chiuso il procedimento per l’individuazione del nuovo primario di oncologia e c’è bisogno di mettere a disposizione nuovo personale della struttura e faremo il punto con l’assessore regionale. Ci sono punti di eccellenza nell’ospedale, alcuni punti di criticità ma la situazione è sotto controllo e nell’ambito della riforma generale l’ospedale di Casale, anche se i numeri, in parte, non lo permetterebbero, continua a essere una Dea di riferimento. Per questo le preoccupazioni devono essere ridotte. Per la clinica ci sono delle relazioni tra la proprietà e l’assessorato ed è bene dire che non possiamo difendere tutto ciò che è stato. È giusto dirlo a Demezzi, depositario delle 7mila firme, e persona ragionevole. Se siamo tutti convinti che tutto ciò che è stato non è quello che potrà essere per il futuro perché il sistema attualmente non regge, se ragioniamo con questa premessa decidiamo come cambiare, sapendo che la Regione fa programmazione. Il tutto deve essere inserito nel contesto complessivo. Non c’è futuro per la clinica Sant’Anna se non c’è futuro per l’intero sistema sanitario casalese“.
Giorgio Demezzi comunque ha già annunciato la volontà di non demordere e di continuare la battaglia, anche attraverso forme più eclatanti, confermando che “adesso studieremo altre forme adeguate per difendere la struttura. La situazione non è rosea ma dobbiamo insistere e cercare di attivare forme anche più plateali in difesa di interventistica”.