Autore Redazione
giovedì
26 Maggio 2016
03:43
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Politica - Alessandria

L’Anpi Alessandria apre la campagna referendaria a sostegno del No

L’Anpi Alessandria apre la campagna referendaria a sostegno del No

ALESSANDRIA – L’Anpi Alessandria voterà No nel referendum sulle riforme costituzionali che si terrà in autunno. Lo ribadisce lo stesso comitato alessandrino, per bocca del Vice Presidente Roberto Rossi, e ha fatto anche sapere che la raccolta firme è già cominciata. La posizione è in linea con quella del Comitato Nazionale, che martedì aveva manifestato, con una nota ufficiale, la volontà di andare contro la riforma del Senato e di spingere per abrogare la legge elettorale, “l’Italicum”. 

“Non ci convince l’impianto”, ha spiegato Rossi, “c’è una riduzione della democrazia dal momento che il Senato non sarà più elettivo e non rappresenterà la volontà dei cittadini. Nello specifico, non siamo contro il superamento del bicameralismo perfetto, ma vogliamo che le modifiche siano fatte da una maggioranza qualificata ed espressione della volontà popolare, non da questo Parlamento eletto con il Porcellum”. La dichiarazione di Rossi non lascia spazio a equivoci e rischia di riproporre, in estate, lo stesso scontro che logora Anpi e Partito Democratico a livello nazionale. 

Gli echi delle dichiarazioni del ministro per le Riforme Costituzionali, Maria Elena Boschi, risuonano, infatti, fin nella nostra provincia. La Boschi aveva detto, in un primo tempo, che chi il ‘no’ era la stessa espressione di voto dei rappresentanti di Casapound. In più aveva rincarato la dose distinguendo tra partigiani veri e finti. Rossi ha prontamente ribattuto: “ognuno deve assumersi le responsabilità delle proprie parole, soprattutto chi, come la Boschi, rappresenta le istituzioni. Tra noi e Casapound c’è una grossa differenza: noi votiamo no perché difendiamo l’antifascismo dell’attuale Costituzione. Se votano no anche loro, un motivo ci sarà”. Come a dire, sono loro che votano come noi, a difesa di una carta nata dalla Resistenza. 

La diatriba rischia di incrinare i rapporti tra il Partito Democratico e l’Anpi, legati da uno storico rapporto, e di causare una spaccatura all’interno della stessa associazione partigiana. Rossi, però, serra i ranghi: “usciamo da cinque mesi di campagna congressuale. Abbiamo fatto 104 congressi provinciali e, a quello nazionale, su 350 delegati solo tre hanno votato per una posizione d’astensione. La spaccatura non ci sarà; poi ovviamente possiamo avere iscritti con posizioni diverse e per questo siamo aperti a dibattiti”. 

“Di certo” ha poi chiarito, “noi ci preoccupiamo della posizione della nostra associazione, non di quelle degli altri partiti”. Chiaro riferimento al PD, che contiene al proprio interno diversi esponenti hanno anche tessera Anpi. 

Si prospetta dunque un’estate caldissima in tema referendario, dove gli eventi nazionali potranno avere ripercussioni sul nostro territorio. “Noi non vogliamo personalizzare il referendum, come sta facendo Renzi”, ha puntualizzato Rossi. “Vogliamo solo dibattere nel merito della questione e valutare un governo di volta in volta, sui singoli provvedimenti”. 

Il calendario ad Alessandria è stato già fissato: giugno e luglio per la raccolta firme attraverso Comitati per il No, per poi spendere gli ultimi mesi a ridosso del referendum organizzando incontri ed eventi per spiegare le loro ragioni.

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