26 Maggio 2016
22:10
Nuovo duro scontro sulla questione sanitaria a Casale
CASALE MONFERRATO – Nuovo scontro sulla questione sanitaria a Casale Monferrato. Il Presidio Sanità infatti è tornato alla carica battendo il tempo all’amministrazione. La preoccupazione del gruppo è dettata dall’ormai imminente arrivo del primo giugno. A partire da quella data, sostiene il presidio, saranno “eliminati i posti letto nel reparto di Oncologia dell’Ospedale di Casale Monferrato“. Una azione che potrebbe determinare “un passo decisivo verso la chiusura del reparto“.
Secondo il Presidio “la Regione Piemonte sta dimostrando, nei fatti, totale disinteresse verso una fondamentale necessità per una città come Casale, duramente colpita dalle malattie amianto correlate: un’oncologia di alto livello. Palazzetti continui a difendere i suoi sodali del Partito Democratico, che al governo della regione impoveriscono giornalmente la sanità casalese, ma lo faccia da libera cittadina rinunciando alla poltrona di Sindaco. Evidentemente i suoi interessi politici non coincidono con quelli del territorio che dovrebbe rappresentare“.
Il presidio ha inoltro esortato i due parlamentari del Partito Democratico, Cristina Bargero e Fabio Lavagno, a prendere posizione.
Il sindaco di Casale, Titti Palazzetti, invece non ha taciuto. Il primo cittadino infatti ha bollato il “Presidio sanità” come “presidio d’opposizione” sottolineando l’ostinata battaglia politica subita che alimenterebbe “inutili allarmismi e che, più che difendere oncologia vuole colpire il Sindaco“.
“Il reparto di oncologia – ha aggiunto Palazzetti – continua la sua attività come sempre e a giugno sarà nominato il nuovo primario. I letti di oncologia non sono soppressi ma entrano a far parte del dipartimento area omogenea medica che raggruppa varie specialità, conservano il loro codice di ricovero e la loro funzione specifica. Tutto ciò come deliberato nella DGR n. 2015/819 del 9.12.2015. A breve aprirà l’UFA cioè il Centro per la preparazione dei farmaci antitumorali che è stato messo a norma e per il quale mi sono battuta con successo affinché non fosse chiuso. Inoltre si prevede l’implementazione dell’UFIM cioè l’Unità di Ricerca sul mesotelioma come polo di eccellenza nazionale per la ricerca accanto al letto, cosa che non sarebbe possibile se non ci fossero i letti e il reparto di oncologia”.
“Proprio grazie al mio costante impegno – ha specificato il sindaco – l’Ospedale di Casale Monferrato ha conservato i letti di oncologia, che sono presenti solo nei centri HUB in Piemonte, in nessun altro Ospedale di primo livello come il nostro. Rassicuro i cittadini che la mia attenzione nei confronti dell’Ospedale è quotidiana; sono in costante contatto con la Direzione Generale e con la Regione. Come Sindaco di questa Città ho soprattutto a cuore la salute dei cittadini e non esiste per me appartenenza politica che abbia la precedenza su questo. Invito l’opposizione a fare altrettanto con onestà. Sono sempre a disposizione di ogni cittadino e del “Presidio Sanità”per eventuali chiarimenti e informazioni“.
Non si è fatta attendere però la controreplica del Presidio che ha ribattuto: “i letti Oncologia non esisteranno più e saranno ricompresi nel “dipartimento area omogenea medica”, e quindi, di fatto, Casale perde in generale posti letto, e in particolare quelli di un reparto che era ed è l’unico che avrebbe dovuto mantenere la sua identità indipendente. E poco importa se le moderne modalità di gestione della sanità dicono cose diverse, a Casale, purtroppo e nostro malgrado, i cittadini hanno bisogno di avere la certezza della disponibilità di un reparto come Oncologia, e non solo di un ambulatorio con dei letti in altri reparti. Come si sentiranno, i pazienti oncologici, ricoverati insieme ad altri pazienti, con patologie molto diverse? Al di là degli aspetti clinici, anche solo dal punto di vista psicologico, questi pazienti necessitano di un ambiente diverso e come potrà essere garantito questo loro diritto se gli 8 letti, saranno scelti in base a quelli liberi al momento della necessità, quindi sparsi in diversi reparti, essendo medicina sempre pieno, e non in base alla patologia del paziente? E poi, quale primario potrà accettare un incarico per gestire un reparto che, appunto, è trasformato in un ambulatorio con 8 letti ospitati a casa di altri? E quale dirigente di un dipartimento potrà accettare che un collega vada in casa sua a gestire 8 pazienti? Il primario sarà probabilmente nominato, ma temiamo “a scavalco”, come per Ortopedia e altri reparti”.
Il Presidio Sanità ha anche invitato il primo cittadino a suffragare con atti e documenti che nulla cambierà per l’ospedale.
E la storia non finisce qui.