Autore Redazione
lunedì
20 Giugno 2016
11:29
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Politica - Alessandria

Ballottaggi, i commenti e le analisi dei politici alessandrini

Ballottaggi, i commenti e le analisi dei politici alessandrini

PROVINCIA – Chiuse le urne per i ballottaggi, è ora tempo delle analisi post-elettorali. L’ottimo risultato del Movimento 5 Stelle, che s’impone nella capitale e, a sorpresa, anche a Torino, la débâcle del PD e l’andamento scostante del centro-destra daranno del filo da torcere ai politologi. In attesa che siano disponibili le analisi dei flussi, però, le maggiori figure politiche della nostra provincia si sono espresse sui risultati di ieri.

Per Andrea Cammalleri, consigliere pentastellato ad Alessandria, è una grande vittoria del M5S. Ha commentato: “Sono stati premiati il nostro ottimo lavoro fatto sul territorio, dove abbiamo raccolto molti attivisti e abbiamo deciso il programma coi cittadini”. Il consigliere si è detto felice per il lento risveglio degli elettori, stanchi dei soliti “politici faccendieri” e delle “lobby” che non guardano al bene comune.

Per il Partito Democratico, invece, è una sconfitta e nessuno, dal Nazareno fino ai circoli di provincia, ne fa mistero. Per il senatore Daniele Borioli, quella dei ballottaggi è stata una “giornata pesante” dove però ci sono le basi per risalire la china al più presto. “Abbiamo perso Torino e Roma, dove non siamo stati percepiti come il cambiamento” ha commentato ai microfoni di Radio Gold, “ma ci siamo riconfermati a Bologna e Milano, due città economicamente fondamentali”. Per il senatore il Pd deve ripartire da maggior radicamento territoriale e meccanismi di partecipazione. Ha quindi concluso: “Dobbiamo riacquistare la fiducia della nostra gente, a sinistra, ma dobbiamo anche guardare a quell’elettorato di centro-destra, fatto da piccoli imprenditori e ceti popolari, che ancora non si fida di noi e preferiscono dare il voto al M5S”.

Il compagno di partito, il senatore Federico Fornaro, rimarca il dato negativo, sostenendo che è “la sconfitta del Partito della Nazione”. Il Pd aveva 90 sindaci uscenti e ne ha confermati la metà, perdendo quasi tutti i ballottaggi e dimostrando scarsa capacità di attrazione e mobilitazione al secondo turno. Per Fornaro sono evidenti segnali di disagio: “Paghiamo una forbice tra una narrazione trionfalistica e una realtà di crisi economica che per molte famiglie non è finita. Non possiamo fare come lo struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia: dobbiamo ripensare l’azione del governo e il nostro modello organizzativo, trovando risposte immediate alla crisi e ai nostri giovani che vedono un futuro incerto. Perdiamo voti a sinistra verso Grillo e l’astensione, e non li recuperiamo dall’elettorato berlusconiano. Rincorrere i fantasmi diventa pericoloso”.

L’europarlamentare alessandrino, Daniele Viotti, del PD, non cerca alibi e fa pesante autocritica. “I cittadini, gli elettori, hanno rifiutato il nostro modo di fare politica“, ha scritto in una nota Facebook, “Nessuna apertura, nessuna partecipazione, nessun confronto. La stagione della rottamazione non ha portato a niente. Doveva essere l’alba di una nuova era, e invece siamo sempre qui. Non c’è un nuovo metodo, non ci sono facce nuove“.

Soddisfazione invece per il centro-destra che, nonostante le ormai note divisioni interne, ha ottenuto risultati importanti. Per Riccardo Molinari, segretario regionale della Lega Nord, la giornata di ieri è “andata alla grande” per quanto riguarda il Piemonte. Si è imposta in 6 Comuni, col dato politicamente più significativo di Novara, dove la Lega correva quasi da sola. Molinari ha commentato così la tornata di ieri: “È il frutto di un coraggioso lavoro d’investimento su una classe dirigente nuova. Il centro-destra è ancora vivo: se ci presentiamo uniti, vinciamo. Queste elezioni devono portarci all’unità perché abbiamo visto che con candidati e programmi seri, possiamo vincere. Dove invece siamo deboli, vincono i pentastellati come successo a Roma e Torino, perché sui cittadini è prevalsa la logica del voto utile”.

Emanuele Locci, consigliere FdI del Comune di Alessandria, ha accentuato l’importanza dei candidati. Ha così commentato ai nostri microfoni: “Quando abbiamo candidato persone radicate sul territorio, di provata esperienza e competenti, abbiamo vinto. Un altro elemento importante sono state le liste civiche create assieme a cittadini e associazioni, fuori da logiche partitiche”. Nelle grandi città, ha chiosato Locci, il centro-destra non si è imposto a causa delle forti divisioni, come a Roma, dove, a suo avviso, il candidato migliore era Giorgia Meloni.

Giovanni Barosini, consigliere UDC, si è infine augurato che il M5S porti avanti le esigenze di pulizia morale, trasparenza e onestà. Spera che le nuove amministrazioni pentastellate possano davvero portare migliorie nelle città, ma si riserva sei mesi di tempo per valutare i primi risultati. “Come i cittadini hanno deciso di rompere con le forze tradizionali”, ha detto, “spero che abbiano la stessa onestà intellettuale per valutare l’operato svolto. Dopo di che, era nell’aria l’esigenza di nuove strade e nuovi partiti e i grillini sono stati visti come il cambiamento. Non è un dato omogeneo, bensì impostato sulla scelta abile di candidati forti nei vari territori”.

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