Autore Redazione
mercoledì
20 Luglio 2016
22:00
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Politica - Casale Monferrato

“Che fine ha fatto la lotta alle zanzare a Casale?”

“Che fine ha fatto la lotta alle zanzare a Casale?”

CASALE – I consiglieri comunali casalesi di centrodestra Federico Riboldi ed Emanuele Capra hanno invitato il Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, a trascorrere una serata in Monferrato per verificare in prima persona gli effetti dei tagli al piano di lotta biologica alle zanzare. Partito nel 1996, hanno ricordato Capra e Riboldi, questo progetto inizialmente impegnava 60 persone che negli anni hanno conseguito importanti risultati per contrastare la proliferazione dei fastidiosi insetti, particolarmente a loro agio in terra di risaie. Nel 2015, hanno aggiunto, gli elicotteri che venivano impiegati per trattare dall’alto le zone scelte per deporre le uova dalle zanzare sono però rimasti a terra e 45 dei 60 esperti sono stati lasciati a casa. Nel 2016 il personale addetto alla lotta biologica delle zanzare, particolarmente abile a individuare le aree da trattare, è ulteriormente sceso a sole quattro unità. Con questi tagli, hanno sottolineato i consiglieri di opposizione, si è perso quindi il lavoro di 20 anni e ora, hanno chiesto Capra e Riboldi “quali provvedimenti sono stati presi in particolare per quanto riguarda la zanzara Anofeles portatrice di malaria e per la Zanzara tigre portatrice di West Nile e Virus Zika?

Proprio il tema della lotta biologica alle zanzare nel casalese è stato oggetto nei giorni scorsi di una riunione a Palazzo San Giorgio. Come spiegato dal Comune di Casale Monferrato l’Assessore alla Tutela dell’Ambiente Cristina Fava, i Sindaci del territorio, l’Asl Al e Parco Fluviale del Po e dell’Orba hanno incontrato la nuova referente del progetto per l’anno 2016 la dottoressa Maddalena Vietti Niclot proprio per fare il punto sulle attività attualmente in corso. A giugno, hanno spiegato ancora da Palazzo San Giorgio, sono partiti i trattamenti larvali delle caditoie e dei focolai urbani e attivate oltre 40 trappole ad anidride carbonica e oltre un centinaio di ovi-trappole per il controllo di zanzara tigre. Durante la riunione si è parlato anche dell’importanza della lotta in risaia per il contrasto in particolare delle zanzare della specie Ochlerotatus caspius.Si tratta di problemi analoghi ma di approcci di lotta diversificati – hanno precisato da Palazzo San Giorgio – la zanzara tigre si sviluppa in contesti urbani mentre le zanzare così dette “di risaia” prediligono le aree umide agricole. Per il contenimento di queste diverse specie sono richiesti metodi completamente diversi: per il contrasto di zanzara tigre si opera nei contesti urbani con la disinfestazione di piccoli ristagni d’acqua, per contenere le zanzare di risaia si deve operare con trattamenti antilarvali su più larga scala”.

Per quanto riguarda la lotta in risaia – ha sottolineato l’Assessore alla Tutela dell’Ambiente Cristina Fava – è importante sollecitare la Regione in maniera compatta affinchè riprenda i finanziamenti del progetto. Alcune sperimentazioni in corso anche in questi mesi, tuttavia, evidenziano il perdurare dell’attenzione sul problema, sperando che possano portare a risultati incoraggianti in termini di maggiore economicità ed efficacia dei progetti di monitoraggio e di lotta”.

È fondamentale” – ha concluso  – “strutturarci sin da ora compatti e uniti in vista dei progetti per il prossimo anno. Questi primi passi mostrano chiaramente la volontà di dare un nuovo corso al progetto, che quest’anno, con la partecipazione di ben 39 Comuni, è il più grande di tutto il Piemonte ”.

 

FOCUS – consigli utili per la popolazione

 

Il modo più efficace per limitare il numero di zanzare è quello di ridurre i luoghi adatti al loro sviluppo. Ogni piccola raccolta d’acqua stagnante può diventare un luogo di sviluppo delle larve di zanzara. La maggior parte dei focolai utilizzati dalla zanzara tigre per svilupparsi sono presenti nei nostri giardini, orti, terrazzi e talvolta addirittura all’interno delle nostre abitazioni. Alcuni focolai sono ben identificabili, come fusti e bidoni, altri possono sfuggire, come vasi e sottovasi, altri ancora sono ben celati, come cisterne sotterranee, tombini e caditoie.

E’ perciò necessario esaminare con cura tutta la casa, in particolare i luoghi all’aperto (giardini, orti, cortili, terrazzi, balconi) per identificare i possibili focolai di sviluppo larvale. Per informazioni e segnalazioni è disponibile il numero verde 800.171.198

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