8 Agosto 2016
22:00
Il candidato sindaco Costantino lancia “Dillo con un selfie: basta un autoscatto a testimoniare la protesta”
ALESSANDRIA – Un autoscatto per dire basta al degrado che deturpa Alessandria. Che sia sporcizia o incuria, che sia vandalismo o trascuratezza, non importa: cambiare Alessandria si può. E vale la pena in questa azione, anche metterci la faccia. È questo il senso dell’iniziativa lanciata dal candidato sindaco di Alessandria Vincenzo Costantino attraverso la pagina Facebook del Movimento civico Cambiamo Alessandria. L’invito, ha spiegato, è guardarsi intorno, individuare quello che non va e scattare una fotografia, un selfie appunto, immortalando sia l’oggetto del degrado sia il volto dell’autore dello scatto (se si desidera farlo). Le foto, corredate di nome e cognome della persona e del luogo ripreso sullo sfondo, possono essere inviate via e-mail a: cambiamoalessandria@yahoo.it ,costavin@yahoo.it, oppure sulla pagina Facebook Cambiamo Alessandria.
“Purtroppo oggi – ha spiegato Costantino – il decoro dell’arredo urbano e degli spazi pubblici sta diventando l’eccezione e gli episodi di questi giorni apparsi tu tutti i media fanno arrabbiare ancora di più il cittadino. Per due motivi principali: l’alto numero di incivili che deturpano e sporcano lo spazio pubblico e la ritirata incondizionata di chi dovrebbe vigilare, pulire, ordinare, nel caso anche reprimere l’inciviltà.
Può bastare un selfie? No di certo, ma è un segnale che vogliamo lanciare ai nostri amministratori e alla città tutta; un segnale di cittadini stanchi, sfiduciati che mettono il proprio volto per denunciare uno stato di cose che non può più essere tollerato. Le contromisure ci sono, ma non sono sufficienti a contrastare tali situazioni, anche perchè i risultati sono stati, in questi ultimi anni molto deludenti. Si può fare di più, cominciando con il telefonino e un obiettivo e forse questo potrebbe essere da stimolo per evitare il peggio. Alessandria e i suoi sobborghi sono di tutti quelli che la vivono, soprattutto i più piccoli e i più deboli, che dovrebbero essere i primi a godere di spazi all’aperto vivibili, ordinati, sicuri”