Autore Redazione
martedì
9 Agosto 2016
22:00
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Politica - Alessandria

Il Nursind rinnova l’allarme sulla carenza di organico all’Ospedale di Alessandria: “gli infermieri assunti non bastano”

Il Nursind rinnova l’allarme sulla carenza di organico all’Ospedale di Alessandria: “gli infermieri assunti non bastano”

ALESSANDRIA – Il Nursind di Alessandria, sindacato delle professioni infermieristiche, torna a lanciare l’allarme sulla carenza di organico all’Azienda Ospedaliera di Alessandria. L’assunzione dei 52 infermieri con il recente concorso pubblico, ha rimarcato il sindacato, non avrebbe infatti risolto il problema della carenza di personale, in particolare turnisti, in molte realtà operative dell’ospedale. La situazione più critica, sempre secondo il Nursind, sarebbe quella del reparto di Terapia Intensiva Cardiochirurgica dove la carenza di personale e il sovraccarico di lavoro sarebbero”ormai da mesi all’ordine del giorno”.  Determinato a tutelare il personale infermieristico anche delle altre unità operative dell’Ospedale di Alessandria, il sindacato Nursind presenterà un’istanza per sottoporre il problema all’attenzione del Prefetto di Alessandria.

Di seguito il comunicato integrale

Il NurSind di Alessandria, sindacato delle professioni infermieristiche, torna a sollevare il gravissimo problema della carenza organica dell’A.O. “SS Antonio, Biagio e Cesare Arrigo”. Come già sostenuto da questo sindacato da molto tempo, l’assunzione di 52 infermieri dal concorso pubblico non ha risolto affatto la gravissima carenza di infermieri (soprattutto turnisti) in molte realtà operative. 

Il Direttore Generale, Dott.ssa Giovanna Baraldi, insediandosi il 1 maggio 2015, ha ereditato sicuramente una situazione a dir poco drammatica, frutto di politiche sanitarie Regionali, fatte di tagli e di blocco del turnover, resesi necessarie dal piano di rientro a partire dal 2011,  ma anche risultato della discutibile gestione dell’ex direttore generale Nicola Giorgione.

Sappiamo che sono poche le aziende sanitarie italiane in cui il numero di infermieri si avvicina agli standard Europei e siamo altresì consapevoli che le Aziende della Regione Piemonte non sono  certo tra le più virtuose, anche se riconosciamo alla nuova amministrazione dell’azienda alessandrina l’impegno speso per tentare di porre rimedio alla situazione esistente. 

Proprio alcune settimane fa sono stati pubblicati i risultati del primo studio Italiano RN4CAST (Registered Nurse Forecasting), avviato nel 2013 e cofinanziato da Nursind.  Lo studio ha coinvolto 40 ospedali in 13 regioni ed ha analizzato l’impatto di un numero adeguato di infermieri sulla sicurezza del paziente e sulla qualità dell’assistenza, basandosi su parametri fondati scientificamente e già utilizzati in diversi Paesi europei.

Dai risultati si evince una chiara correlazione fra pressione lavorativa (pazienti per operatore), livello di formazione dell’operatore e risultati osservabili in termini di qualità delle prestazioni sanitarie, misurate in termini di insorgenza di complicanze in un certo target di pazienti, fino addirittura ad un incremento della mortalità.

Anche alla luce di questi allarmanti dati, vogliamo tornare a chiedere un intervento deciso e tempestivo per ovviare alle criticità aziendali locali.

Molte sono le situazioni critiche, ma a nostro parere quella a maggior rischio è quella in cui versa l’U.O di Terapia Intensiva Cardiochirurgica, dove la carenza di personale e il sovraccarico di lavoro sono ormai, non occasionali, ma pericolosamente all’ordine del giorno, già da diversi mesi.

In considerazione del fatto che il personale di questa U.O risulta essere quello con il maggior numero di giorni di ferie residue dell’intera Azienda (90-100 giorni di media per operatore), Nursind alcune settimane fa ha inoltrato uno scritto ai vertici aziendali chiedendo soluzioni  tempestive tali da consentire l’applicazione del regolamento ferie siglato in accordo con le rappresentanze sindacali.

Come se non bastasse, dal prospetto orario del mese di luglio 2016 si evince come la soluzione “pensata” dall’amministrazione prevede che gli infermieri in servizio debbano lavorare ore straordinarie saltando riposi o svolgendo doppi turni di notte, andando di fatto ad incrementare il già spropositato numero di ore straordinarie accumulate nella cosiddetta “banca ore”, una situazione di fatto insostenibile che rappresenta una preoccupante criticità di questo sistema.

Sono molte infatti le segnalazioni giunte alla nostra attenzione dai colleghi della SOC cardiochirurgia terapia intensiva, preoccupati per il costante stress psico-fisico ai quali sono sottoposti a seguito del mancato godimento del dovuto riposo e/o all’eccessivo numero di ore lavorative.

Ricordiamo che già nel 2014, quando la situazione ferie residua del personale della cardiochirurgia terapia intensiva era pressoché la medesima di oggi, vennero chiusi alcuni posti letto e in quell’occasione il personale “risparmiato”, venne utilizzato per sopperire carenze in altre U.O, invece di essere messo in condizione di poter smaltire almeno una parte dell’arretrato.

Fatte queste considerazioni, ci domandiamo il motivo per cui la CCHTI sia stata esclusa dal “premio disagio 2014”, in quanto riteniamo che siano state soddisfatte tutte le richieste  previste nel bando di assegnazione.

Ma per non fossilizzarsi su un’unica realtà, segnaliamo che siamo a conoscenza che analoghe sono le problematiche di carenza di infermieri turnisti nelle SOC di Geriatria e Chirurgia Generale, dove è critico il numero di giorni di ferie residue.

Stessa situazione in Endoscopia Gastroenterologia, dove per coprire i vuoti d’organico, ogni anno si effettuano un cospicuo numero di ore di straordinario e, nonostante l’ottimismo dell’amministrazione, regna lo scetticismo e la stanchezza di chi lavora in queste realtà.

Una dirigenza attenta al Risk management e “magari” anche al benessere psico-fisico dei propri dipendenti, è consapevole che maggiore è la stanchezza, maggiore è il rischio di incorrere nell’errore.

Per logica dunque, se un dipendente che ha 90 giorni di ferie non godute e deve effettuare anche turni aggiuntivi, vedendosi così negato ulteriormente il necessario recupero, quale probabilità ha di incorrere nell’errore? A quale stress sarà sottoposto?

Troppo spesso chi lavora in sanità viene visto come immune da patologie, ci si preoccupa esclusivamente della salute degli utenti, ma si trascura il benessere dell’operatore, che inoltre è costretto a subire il disagio causato dal non poter condurre una vita sociale adeguata, negando anche spesso prezioso tempo alla propria famiglia.

Alla luce di quanto esposto, NurSind precisa che intende quindi avvalersi di ogni misura utile a tutelare gli esercenti la professione infermieristica, proprio per questo rivolgerà istanza al Prefetto illustrando le gravi carenze organiche in cui versa l’azienda sanitaria alessandrina”.

 

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