Autore Redazione
martedì
30 Agosto 2016
22:00
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Politica - Piemonte

Sindacati sul piede di guerra per il taglio agli organici delle scuole piemontesi

Sindacati sul piede di guerra per il taglio agli organici delle scuole piemontesi

PIEMONTE – Gli studenti sono 98 in più. In Piemonte i posti per il personale scolastico assegnati dal Miur sono però 322 in meno rispetto allo scorso anno. Ancora prima di salire in cattedra insegnanti e personale Ata, guidati dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Snals sono già più che preoccupati da numeri che rischiano di mettere a repentaglio il funzionamento delle scuole piemontesi e la qualità dell’insegnamento. Il grido di allarme è stato lanciato anche durante il recente incontro a Torino con l’assessore regionale Gianna Pentenero e i parlamentari del territorio, convocato nel tentativo di trovare una possibile soluzione al problema. Il Piemonte, infatti, è la regione più penalizzata con una decurtazione dell’organico docente del 27,01% su un taglio complessivo di 1132 posti. “Le istituzioni scolastiche hanno presentato richieste pari a 904 posti, dati verificati dagli uffici scolastici provinciali” hanno precisato i segretari regionali di categoria Rodolfo Aschiero Flc Cgil, Maria Grazia Penna Cisl Scuola, Diego Meli Uil Scuola e Marco Cuviello Snals – A fronte di un budget complessivo autorizzato dal Miur di 351 posti per la Regione Piemonte, è evidente che la differenza di docenti necessari ad un regolare avvio dell’anno scolastico risulta essere di 553 unità di personale”.
La situazione non va meglio neppure sotto il profilo del personale Ata che inizierà il nuovo anno scolastico da -153 rispetto a settembre dello scorso anno. Un segno meno che di certo non risponde alle “reali esigenze” delle scuole della regione che, secondo i calcoli dei sindacati di categoria, necessiterebbero di altri 250 posti.
L’avvio del nuovo anno scolastico, hanno aggiunto le segreterie regionali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals, presenta inoltre molte più difficoltà e ritardi rispetto a settembre 2015. “Le classiche operazioni di avvio dell’anno scolastico partono con circa quindici giorni di ritardo – ha puntualizzato Maria Grazia Penna di Cisl ScuolaI trasferimenti di personale, in molti casi errati, hanno già portato a centinaia di ricorsi. Questo sarà quindi il primo nodo sciogliere e a quel punto i Provveditorati potranno fare le normali operazioni, prima la sistemazione degli esuberi delle varie province e quindi le assegnazioni provvisorie del personale di ruolo. Solo dopo le immissioni in ruolo vere e proprio si passerà alle supplenze. A quel punto saremo però già oltre il 15 settembre e le scuole iniziano il 12. Ci saranno quindi posti vacanti oppure orari ridotti o doppi turni degli insegnanti già in servizio”.

Già in stato di agitazione, ha ricordato Maria Grazia Penna, i sindacati del mondo della scuola faranno di tutto per ripristinare almeno una parte dei posti ritenuti “necessari” per un avvio “dignitoso” del nuovo anno scolastico.Per noi lo sciopero resta l’ultima ratio perché una giornata di stop incide non poco sulla busta paga del personale scolastico che ha il contratto bloccato da ormai 8 anni. Faremo però di sicuro assemblee nelle scuole e abbiamo già chiesto un incontro al Presidente della Regione Piemonte Chiamparino. Le Istituzioni e la Politica devono rendersi conto che la “buona scuola” per essere davvero buona deve fare i conti con la realtà perché con calcoli fantasiosi si fa una “fantascuola”. Noi però non stiamo giocando ma sistemando gli alunni nelle classi e gli studenti hanno bisogno di insegnanti. Oggi il rischio è di avere classi pollaio o istituti che non riusciranno a garantire un tempo scuola più lungo. A farne e spese potrebbero essere anche i corsi per adulti che vengono sempre presi in considerazione all’ultimo ma che in realtà sono fondamentali in periodi di crisi, visto che il mondo della scuola si fa carico anche del reinserimento lavorativo delle persone”.

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