14 Settembre 2016
03:10
Dopo la sentenza del Tribunale di Torino continua il dibattito sul “pasto domestico”
TORINO – La sentenza arrivata ieri dal Tribunale di Torino sul cosiddetto “pasto domestico” ha aggiunto un ulteriore elemento al dibattito che da tempo continua in tutta Italia: la possibilità per le famiglie di dare ai propri figli il pasto da consumare a scuola. Anche ai microfoni di Radio Gold, ad esempio, una mamma aveva espresso questo desiderio, qualche settimana fa. Nel frattempo ieri è stato respinto il reclamo del Ministero dell’Istruzione contro il sì di un giudice sul cosiddetto “diritto al panino.”
“Prendiamo atto con preoccupazione del nuovo pronunciamento del tribunale di Torino sul pasto domestico” hanno dichiarato il presidente della Regione Sergio Chiamparino e l’assessora all’Istruzione Gianna Pentenero che aggiungono: “La Regione Piemonte ha già sottolineato in più occasioni il rischio che le sentenze della magistratura possano mettere in discussione l’universalità del servizio mensa e la funzione pedagogica, sociale e di educazione alimentare di cui è portatrice. Siamo fermamente convinti che il tema dei costi troppo elevati della ristorazione scolastica non possa essere affrontato smontando una conquista raggiunta negli anni. Per questa ragione, considerando le conseguenze che la nuova decisione del tribunale avrà sull’organizzazione delle scuole e il carattere ormai nazionale che la questione ha assunto, riteniamo indispensabile avviare un confronto sul tema con il ministero dell’Istruzione. E’ infatti necessario un intervento legislativo di carattere nazionale che colmi il vuoto normativo messo in evidenza dalle decisioni della magistratura.
Intanto, in attesa della sentenza definitiva della Corte di Cassazione, a cui il Ministero ha manifestato l’intenzione di presentare ricorso, proponiamo a Comuni e autorità scolastiche di costituire un tavolo comune per monitorare la situazione, anche con particolare attenzione al tema della responsabilità di dirigenti e insegnanti, e predisporre eventuali interventi utili a rendere funzionale l’organizzazione scolastica e a ridurre al minimo i disagi di scuole e famiglie”.
“Occorre capire se il momento del pranzo è considerato o no un momento educativo” ha aggiunto l’assessore al Sistema Educativo del Comune di Alessandria Maria Teresa Gotta “E’ un argomento complesso. Occorre ragionarci e ponderare.” Già qualche settimana l’assessore aveva sottolineato il fatto che occorreva “capire anche chi sarebbe responsabile del cibo che da casa viene portato a scuola. C’è infatti il rischio che qualche bambino faccia assaggiare a un compagno alimenti per cui potrebbe essere intollerante o allergico. Oltretutto devo dire che l’idea di far portare il pasto da casa, onestamente, mi preoccupa anche sotto il profilo sociale. Potrebbero crearsi evidenti disparità tra bambini con un cestino del pranzo colmo di bibite gasate, merendine o qualsiasi prodotto di marca e tutti gli altri.”