Autore Redazione
mercoledì
28 Settembre 2016
05:25
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Politica - Casale Monferrato

Il presidio Sanità di Casale attacca i parlamentari sullo “smantellamento del sistema sanitario regionale”

Il presidio Sanità di Casale attacca i parlamentari sullo “smantellamento del sistema sanitario regionale”

CASALE MONFERRATO – Il presidio Sanità di Casale allarga il tiro e ora attacca anche i parlamentari locali. Lo smantellamento della sanità piemontese è evidente, hanno denunciato i componenti del presidio, eppure non ci sarebbero prese di posizioni rispetto a una situazione sanitaria sempre più difficile. Il Presidio ritiene i rappresentanti del territorio a Roma colpevoli di uno scarso impegno per la difesa della sanità locale.

“La situazione generale della sanità piemontese è conseguenza di una politica governativa irresponsabile e completamente sorda alle necessità dei cittadini; da mesi assistiamo attoniti al lento ed inesorabile smantellamento del sistema sanitario locale, consapevoli del fatto che il governo proseguirà la sua azione ignorando completamente le esigenze degli utenti, in particolare quelli più deboli. Quello che più crea sconforto è l’atteggiamento servile e, allo stesso tempo, superficiale con il quale i parlamentari del territorio affrontano il tema: tra propagandistiche esaltazioni ai valori costituzionali garantiti dalla sinistra ed elucubrazioni fantasiose circa la necessità di reti e rapporti impossibili da realizzare a condizioni di dialogo “zero” come quelle attuali ci chiediamo che senso abbia continuare a nascondere la volontà di azzerare la sanità locale dietro ai soliti errori delle “amministrazioni passate” (ci si riferisce, forse, al “buco” da 2,5 miliardi di euro lasciati dal governo Bresso nel quinquennio 2005/2010?) quando è evidente lo stato di depauperamento imposto dal governo regionale alle strutture ospedaliere. I parlamentari locali si allineano alla politica delle “belle parole” e si guardano bene dal sostenere con forza la difesa della sanità locale. Peccato. A questo punto ci chiediamo quale tipo di dialogo possa esserci tra governo e territorio, ammesso che questa affermazione abbia un senso concreto e non sia stata tirata fuori, per l’occasione, dal magico cilindro di chi ha tutto l’interesse ad interpretare la parte del sordo”.

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