3 Ottobre 2016
22:29
La fiera di Valenza ha senso se coinvolge le imprese medio-piccole
VALENZA – A Valenza continua la discussione sul destino della Fiera del gioiello. Prima la bordata di Pierangelo Taverna, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, deluso per la collocazione dell’edizione 2016 nell’albese. Poi il conseguente annullamento dell’edizione 2016 di Confindustria che ha determinato lo stupore di Taverna, convinto della assoluta necessità della fiera di Valenza. La polemica, decisamente animata, non sembra destinata a morire ma la cosa più interessante è che ha avuto il merito di riaccendere l’attenzione sulla situazione valenzana, sulla reale necessità di una fiera, sulle sue caratteristiche oltre che sul ruolo della cattedrale nel deserto, il Palaexpo.
Rispetto all’utilità della fiera la Confederazione Nazionale dell’Artigianato ha un’idea molto netta: per esserlo la fiera deve permettere di essere una vetrina per le realtà medio-piccole di Valenza. Diversamente buona parte del tessuto economico continuerà a essere tagliato fuori e la manifestazione continuerà ad avere scarsa utilità.
“Purtroppo riscontriamo la difficoltà delle piccole e medie imprese a partecipare alle fiere internazionali sono evidenti per i costi troppo elevati – ha spiegato Giacomo Maranzana, presidente Cna Valenza. Per queste realtà lamentiamo il fatto che non c’è un momento espositivo e fieristico che possa aiutarle, una situazione che si aggiunge all’insopportabilità dei costi per la partecipazione a determinati eventi fieristici. Questi costi non sono sostenibili da chi invece ha generato la vita economica di Valenza e quindi una fiera in questi termini non servirebbe. Diverso un ragionamento improntato sulle realtà medio-piccole“.
Il ragionamento dovrebbe far rivedere le caratteristiche di una nuova ipotetica fiera di Valenza che però, per il momento, non si farà. Peraltro diventa interessante tornare indietro solo di un anno e rileggere le dichiarazioni di Cna sullo spostamento dell’edizione 2015 sul Lago Maggiore. Affermazioni ancora attuali e che richiamano in causa gli attori di oggi. Di seguito il comunicato integrale dell’anno scorso:
“La CNA sede territoriale di Valenza in relazione allo spostamento di Valenza Gioielli non può che condividere le perplessità e il dispiacere del Sindaco Gianluca Barbero, pur prendendo atto delle precisazioni del Presidente Francesco Barberis quando afferma pubblicamente che il suddetto spostamento sarà limitato al 2015.
La nostra Organizzazione esprime inoltre l’auspicio che la fiera sul Lago Maggiore sia foriera di risultati positivi con la conseguente ricaduta sul tessuto imprenditoriale orafo del nostro distretto, questa valutazione vale,
evidentemente, per qualsiasi tipologia di iniziativa del genere. La CNA opera da molto tempo sul tessuto valenzano e per quanto possibile ha messo a disposizione del sistema delle imprese la propria esperienza e
professionalità, il proprio impegno e passione per favorire la crescita economico e sociale della nostra città, qui è la nostra storia e la nostra casa e qui, lo ribadiamo, vogliamo continuare a lavorare.
In un’epoca dove la globalizzazione e la comunicazione, tempestiva, sono tutto non possiamo pensare che qualche decina di chilometri in più o in meno alla localizzazione di un evento fieristico, in questo caso, od in altra attività possa risultare più o meno negativo e/o penalizzante.
Riteniamo che la vera questione sia se i prodotti orafi valenzani siano ancora validi ed appetibili dai mercati e dai consumatori; occorre pensare se risulti ancora attuale il modello produttivo valenza incentrato su molte piccole aziende fortemente specializzate, capaci ed abili dal punto di vista manuale e dell’applicazione creativa nella realizzazione del prodotto.
Ribadiamo i quesiti più volte posti: quale sistema produttivo si vuole per il futuro della nostra città, un centro di conto- terzisti o di imprese di produzione?
Esistono possibilità per introdurre una diversificazione economico produttivo che rappresenti una alternativa alla monocultura orafa?
A noi pare che nell’appello del Sindaco Barbero a costruire un progetto per il futuro di Valenza occorra, anche e soprattutto, rispondere ai quesiti appena esposti e più in generale al ripensamento di un piano di sviluppo economico e sociale.
Da parte nostra, comunque, ci interessa salvaguardare quel patrimonio di esperienza e professionalità che in tanti anni di lavoro ha consolidato l’artigianato valenzano, facendolo diventare famoso in tutto il mondo e con esso la nostra città; ciò non significa entrare in rotta di collisione con grandi gruppi, vuol dire però la ridefinizione delle relazioni tra le imprese, cogliendo e valorizzando il meglio ottenibile da qualsiasi interlocutore coinvolto. Il settore orafo valenzano nelle sue ridotte dimensioni, ma con le peculiarità che abbiamo cercato di descrivere, può essere un punto di riferimento per produzioni ad alto contenuto destinate a fasce ristrette di mercato, di grande bellezza, con l’apporto della manualità come tratto distintivo e dell’innovazione tecnologica per permettere di rimanere al passo con i tempi.
Cosi come in un mondo che cambia tumultuosamente ed ogni giorno anche la nostra piccola realtà può e deve interrogarsi sulle nuove sfide e nuove professioni che possono essere utili sbocchi per la ricerca di lavori e professioni diverse.
Auspichiamo anche che venga presentata una proposta per l’utilizzazione del Palaexpo, vera e propria cattedrale nel deserto e non più definibile secondo polo fieristico regionale ma una delle tante cose costruite attraverso ingenti investimenti pubblici e privati e successivamente dimenticate del nostro Paese. Anche in questo caso confidiamo nell’attività del Sindaco Barbero e della Sua Giunta, cosi come su temi quali la formazione, la rivisitazione delle aree di insediamento, il recupero delle fabbriche dismesse, l’avvio di una vera politica promozionale, lo stimolo al rilancio di una vera politica di aggregazione in campo economico, la ricerca di momenti di diversificazione in campo economico e produttivo.
Per tentare di fare tutto questo però è necessario “fare squadra” e credere in Valenza, nella sua popolazione e nei suoi imprenditori e più in generale nelle sue possibilità di rilancio complessivo; per questo da tempo riteniamo sarebbe giusto convocare un momento di discussione che coinvolga tutti gli attori interessati a partecipare alla discussione inerente un progetto, vero, di sviluppo.”