19 Dicembre 2016
05:30
Dopo l’alluvione la Cia invoca lo sblocco dei contributi alle aziende agricole colpite
PROVINCIA – 6200 ettari di terreni agricoli invasi dalle acque. Questo è il bilancio degli eventi alluvionali del 25 e 26 novembre scorsi, in provincia di Alessandria. Nel confronto della scorsa settimana con l’assessore regionale Ferrero la Confederazione Italiana Agricoltori ha chiesto, insieme a Confagricoltura e Coldiretti, la dichiarazione dello stato di calamità e la sospensione per le imprese e famiglie danneggiate di tutti i pagamenti relativi a imposte, tasse e contributi previdenziali.
Durante l’ultima conferenza stampa di bilancio di fine anno, la Cia ha ricordato il gran numero di aziende danneggiate e che, in parallelo, devono sottostare al blocco dei contributi Pac e Psr fino al termine del controllo sulla regolarità delle richieste. L’assessore Ferrero ha dichiarato che istruirà i propri uffici affinchè verifichino la possibilità di mettere a pagamento l’acconto e il saldo di Pac e Psr 2016 per le aziende danneggiate. Inoltre, la Regione incontrerà il ministro Maurizio Martina per affrontare la situazione relativa ai finanziamenti in maniera più strutturata e per elaborare azioni preventive come una miglior manutenzione e pulizia dei fiumi. “La testimonianza degli agricoltori più anziani, che sono perfettamente a conoscenza del fatto che i fiumi anche in passato hanno presentato fenomeni di esondazione, ci dicono che mai questi eventi si sono manifestati con tale impeto e con danni così ingenti e frequenti” ha sottolineato il presidente Cia Gian Piero Ameglio. “La quantità d’acqua esondata è stata superiore al 1994” ha aggiunto Massimo Ponta “le aree golenali, poi sono a redditività limitata e per questo abbiamo chiesto alla Regione un contributo.”
Al di la della straordinarietà dell’evento alluvionale, poi, il 2016 non ha registrato di certo fatto registrare il segno +, a livello economico. I contributi del Piano di Sviluppo Rurale, hanno riferito i vertici provinciali Cia, sono stati distribuiti con una concezione “Cuneo-centrica”: sulle 620 nuove domande legate all’Agro-Ambiente presentate solo 50 sono state ammesse al contributo, a discapito di altre aree del Piemonte. “Auspichiamo l’apertura di un nuovo bando che tenga in dovuto conto le esigenze delle aziende del nostro territorio.”
Tra le battaglie vinte, poi, la Cia ha rivendicato l’annullamento dell’Iva e dell’Imu per le aziende agricole mentre resta alto l’allarme per i terreni danneggiati da nutrie, caprioli e piccioni. “Ricorderemo il 2016 per alcune importanti proteste, come quella per il grano, nella quale abbiamo collaborato proficuamente con Confagricoltura e il mondo delle Cooperative al fine di organizzare, dopo la protesta, le semine e l’aggregazione del prodotto, orientati ad una produzione di qualità elevata” ha detto il presidente Ameglio.
“Le cose sono lentamente migliorate e, ad esempio, il grano vale oggi due euro in più al quintale” ha detto Carlo Ricagni, direttore provinciale
Nel giudizio complessivo sul 2016, per la Cia gli aspetti positivi riguardano i settori produttivi: buone le produzioni cerealicole ma con prezzi bassi e insoddisfacenti, la vendemmia è stata nel complesso buona, mentre l’annata dell’ortofrutta non si discosta dai valori medi del passato. La zootecnia presenta alcune difficoltà, come i prezzi del latte mentre per la carne si è distinta la Razza bovina Piemontese che ha visto crescere e stabilizzare i prezzi, grazie anche al sistema aggregativo delle cooperative legate al sistema degli allevatori. Il settore ovi-caprino si sta sviluppando e le produzioni di formaggi di qualità si sono ben integrate al sistema enogastronomico del territorio alessandrino.
La Cia si è dimostrata attenta al sociale: si è consolidata la collaborazione a sostegno della Fondazione Uspidalet onlus in varie iniziative proposte durante l’anno mentre altri enti socio-assistenziali come Vitas, Oftal e Solidal hanno avuto l’attenzione della Confederazione.
Infine sono state finanziate e consegnate tre unità abitative ad altrettante famiglie terremotate del centro Italia: a Norcia, a Castelluccio di Norcia e a Montefortino.