Autore Redazione
giovedì
29 Dicembre 2016
05:00
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Politica - Alessandria

Gruppo Amag, al voto il nuovo assetto societario con l’incognita amministratore unico

Il blocco alla riforma Madia rende poco chiaro il futuro della governance per le partecipate. Continua la discussione sui bandi in cui il gruppo Amag è impegnato.
Gruppo Amag, al voto il nuovo assetto societario con l’incognita amministratore unico

ALESSANDRIA – Il cambiamento era in atto da tempo. Ora con la delibera che verrà votata nel Consiglio di questa sera,  il Comune certificherà ufficialmente la nuova forma statutaria del Gruppo Amag. Una holding pura che controllerà società di 2° livello impegnate nella gestione di servizi pubblici come sistemi informatici, attività finanziarie, trasporti e approvvigionamento energetico. Un atto che la maggioranza ha definito “formale” ma sul quale continua a persistere un dubbio: ci sarà un amministratore unico o rimarrà un organo collegiale a prendere le decisioni?

La situazione non è ancora chiara. La nuova riforma del ministro per la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, introdurebbe un amministratore unico a capo delle partecipate. I decreti legislativi sono però stati bloccati dalla Consulta. Lasciando gli amministratori locali con una grossa incertezza.

Proprio per sopperire a questa ambiguità, lo statuto del Gruppo Amag lascia la porta aperta a entrambe le possibilità, sia che ci sia un amministratore unico in futuro o che rimanga un CdA. L’articolo 21, ad esempio, cita: “L’assemblea è presieduta dal presidente del consiglio di amministrazione, ove nominato, o dall’amministratori unico”.

Dai banchi dell’opposizione, è Davide Buzzi Langhi, capogruppo di Forza Italia, a esprimere le sue perplessità: “Questa riorganizzazione rischia di essere disordinata e andrà a indebolire i servizi offerti”. Per il consigliere, con l’amministratore unico si darebbe troppo potere autonomo a una singola persona che deciderà su tutti i servizi pubblici e chiede quindi un organo collegiale minimo.

La risposta arriva prontamente dal ragioniere capo del Comune di Alessandria, Antonello Paolo Zaccone, che ha condiviso le preoccupazioni di Buzzi Langhi. “Abbiamo lasciato entrambe le possibilità nella formulazione statutaria”, ha commentato, nell’attesa di sapere se ci sarà un amministratore unico. “Se così fosse”, ha poi rassicurato, “vedremo se ci saranno i requisiti minimi per istituire un CdA”.

Stessa rassicurazione anche dall’amministratore delegato del Gruppo AMAG, Mauro Bressan, che ha anche aggiunto: “Non ci allontaneremo dai cittadini, da parte del Comune rimane la gestione In-House Providing”. E sempre Bressan ha poi parlato dei due bandi in cui Amag è impegnata: quello sulla ricerca di un socio di minoranza in Alegas, e quello più salace su un privato che voglia prendere il 51% di Amag Mobilità. Ha ribadito però le linee già tracciate dall’Amministrazione, ovvero “ricercare un partner privato di livello con capacità di gestione e che voglia investire ad Alessandria”. Altro non è stato rivelato, né sul nome dell’ipotetico acquirente né le modalità di ricerca.

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