10 Febbraio 2017
05:30
Paladino delle persone con disabilità, Paolo Berta denuncia l’ostruzionismo delle opposizioni in consiglio comunale
ALESSANDRIA – E’ pronto a non candidarsi più come consigliere comunale di Alessandria dopo ben 27 anni di ininterrotta presenza negli scranni di Palazzo Rosso. Nel suo intervento dell’ultima seduta di mercoledì sera, Paolo Berta ha raccontato i gravi disagi fisici che sta sopportando, a causa del tatticismo politico delle opposizioni. Persona con disabilità da 37 anni, Berta si è sempre battuto per i diritti dei più deboli ma ora sta seriamente pensando di lasciare. “Quatto mesi fa purtroppo si è aggravata una profonda piaga da decubito all’ischio sinistro” ha raccontato Berta “gli ultimi accertamenti hanno evidenziato complicazioni che dureranno per molti mesi senza la certezza di una completa guarigione.”
“Anche mercoledì sera in Consiglio eravamo in 17, se me ne fossi andato le opposizioni sarebbero uscite e si sarebbe bloccato tutto” ha aggiunto il presidente dell’associazione Idea ai microfoni di Radio Gold “Manderò questa lettera anche ai giornali nazionali. Sono stato costretto a dimettermi dalla Commissione Bilancio: a volte durano dieci minuti, a volte sei ore. Mi obbligano a stare in aula per molto tempo. Ho garantito il buon funzionamento della macchina comunale per centinaia di volte. Se ne sbattono che io sia disabile. Da un lato lo apprezzo, non hanno un atteggiamento pietistico. Ma quello che deve essere fatto è un regolamento che consenta a tutti di partecipare: ad esempio le commissioni bilancio, di solito le più lunghe e frequenti, per legge dovrebbero iniziare alle 9 e non alle 11. E poi dove ci sono persone con disabilità grave si potrebbe prevedere la partecipazione in videoconferenza. Voglio aprire un dibattito pubblico, con una mozione in consiglio comunale o una commissione affari costituzionali ad hoc. Il mio futuro? Candidarmi sarebbe un atto di incoscienza. Vorrei farlo, le persone disabili me lo chiedono perché, dicono, “sennò chi ci considera?” Ma se non ci fosse un’ampia maggioranza, sarei ancora costretto a partecipare e non guarirei mai.”
Di seguito la lettera integrale di Paolo Berta, letta mercoledì sera:
Con questa mia comunicazione intendo denunciare pubblicamente un atto di discriminazione che si protrae da oltre 4 anni in questa sede (Consiglio Comunale di Alessandria).
Da quando è iniziata la consiliatura i Consiglieri di opposizione hanno tentato sistematicamente di far mancare il numero legale in tutte le Commissioni ed in tutte le sedute del Consiglio Comunale.
Questo comportamento non si era verificato con tale frequenza durante i miei oltre 26 anni di permanenza in Consiglio, escludendo ovviamente le occasioni di votazione delle delibere relative all’approvazione dei bilanci, che rappresentano il “voto di fiducia” per ogni amministrazione locale.
Tutto ciò ha comportato gravi disagi per i consiglieri di maggioranza, i quali hanno dovuto mantenere il numero legale delle riunioni ufficiali.
Chi paga il prezzo più alto sono le donne che, oltre all’impegno politico, devono occuparsi anche del loro prezioso lavoro in famiglia, nella cura dei figli e dei loro cari anziani, oltre alla gestione della casa e all’eventuale occupazione lavorativa all’esterno della famiglia. A loro va il mio apprezzamento e ringraziamento più sentito.
Nel mio caso, queste interminabili riunioni hanno fatto saltare l’equilibrio, già precario, della mia vita quotidiana che, a differenza di altri, ha bisogno di un’accurata organizzazione soprattutto dal punto di vista sanitario.
Qualche Commissione Consigliare (come la Commissione Bilancio sempre convocata alla mattina alle ore 11) inizia abitualmente, come tutte le altre, con almeno mezz’ora di ritardo e, a discrezione di pochi, può durare 10 minuti o 6 ore, con un solo o.d.g..
Considerando il fatto che la Commissione in questione ha un’elevata frequenza di riunioni, questa anomalia (per usare un eufemismo) mi ha costretto, nel 2016, a rassegnare le dimissioni da componente di tale Commissione, obbligando i miei colleghi di maggioranza ad ulteriori sacrifici.
Per quanto riguarda i Consiglieri di maggioranza, che all’inizio della consigliatura erano 21, sono diminuiti a 20 con il repentino passaggio di un Consigliere all’opposizione e, dopo poche settimane, un altro Consigliere di maggioranza ha deciso di non partecipare più alle Commissioni Consigliari e durante i Consigli Comunali ha presenziato pochissime volte e solo per pochi minuti.
L’interessato non ha mai motivato ufficialmente questo, per me inspiegabile, comportamento e non ha mai risposto alle mie lettere.
Il risultato, per me, è stata una profonda piaga da decubito all’ischio sinistro che si è aggravata 4 mesi fa, obbligandomi a restare a letto per oltre venti ore al giorno. Per non appoggiare la zona ferita, devo stare sempre sdraiato sui fianchi, in quanto le placche d’acciaio, che da 36 anni mi sostengono la colonna vertebrale, impediscono una postura prona.
In questa scomodissima e dolorosa posizione, non posso nemmeno leggere (non avendo l’uso degli arti superiori).
Gli ultimi accertamenti hanno evidenziato complicazioni che dureranno per molti mesi senza la certezza di una completa guarigione: la soluzione non è dietro l’angolo!
Se le condizioni di salute non dovessero migliorare, sarei impossibilitato a candidarmi alle prossime elezioni comunali (2017): mi rendo conto che non è stato il medico a prescrivermi di fare il consigliere, però credo di poter affermare di avere sempre profuso, in questi anni, il massimo impegno per portare avanti tematiche di rilevante importanza sociale.
Se decidessi di non ripresentarmi, ci sarà qualcuno che si farà carico, con la stessa volontà e tenacia, di tematiche così drammatiche e complesse?