24 Febbraio 2017
05:00
Dal 2008 Alessandria perde il 22,8% dei negozi. Saracinesche abbassate soprattutto nei sobborghi
ALESSANDRIA – Dal 2008 al 2016 Alessandria ha perso il 22,8% dei negozi in sede fissa. Il crollo di saracinesche è stato soprattutto nei sobborghi dove negli ultimi 8 anni è perso il 40,5% di attività. Se nei centri più piccoli quasi un negozio su due ha chiuso, la città sembra aver retto meglio alla crisi con un – 5,1% di negozi in sede fissa nello stesso periodo di tempo.
I dati elaborati dal centro studi di Confcommercio vedono Alessandria in totale controtendenza rispetto alle altre 40 città italiane analizzate nella ricerca “Demografia d’impresa nei centri storici italiani“. Oltre ad avere percentuali peggiori rispetto alla media nazionale, nel nostro territorio sono infatti i sobborghi ad aver subito di più la crisi. Nello studio di Confcommercio il calo medio dei negozi in sede fissa è risultato del 13,2% , dato dalla media tra un -14,9 rilevato nei centri ed un -12,4% nelle periferie. (Continua dopo il banner)
La ricerca ha però preso in considerazione anche il commercio ambulante, che vede registrare aumento del 33,3 in città (abbastanza in linea con quello nazionale che è +36,3%) ed un calo del 19,7 % in periferia (con una grossa differenziazione rispetto al trend nazionale, di segno opposto, con +5,1%).
Nemmeno il settore alberghi-bar-ristoranti riesce a riequilibrare la negatività, come invece in parte succede nella media nazionale dove si registra un + 10% sia in centro ed un +9,9% nelle periferie: ad Alessandria cala la città con -1,6% e calano i sobborghi con – 19,4%.
Il settore carburanti è quello che evidenza maggiormente il rischio di desertificazione registrando nei sobborghi alessandrini un -75 % (-22,9% la media nazionale) ed un -34,8% nella città (-27% la media nazionale).
“I dati – ha spiegato il presidente Ascom Confcommercio Alessandria Vittorio Ferrari – sono una sintesi della più dettagliata ricerca sulla città di Alessandria che il Centro Studi Confcommercio nazionale sta elaborando e che avremo a disposizione nei prossimi giorni. Riteniamo che ci si debba interrogare seriamente su questi risultati per capire quali politiche e quali strategie li hanno determinati. E le informazioni della ricerca saranno un ottimo punto di partenza per attivare un confronto ed un dibattito concreto sullo sviluppo economico di Alessandria, la cui programmazione non può più attendere”.
“Questi dati – ha aggiunto il direttore Ascom Confcommercio Alessandria Alice Pedrazzi – confermano l’urgenza di affrontare il tema della desertificazione commerciale, già da noi inserito nel Laboratorio Sperimentale di Rigenerazione Urbana di cui Confcommercio e Comune di Alessandria fanno parte, con interventi mirati, come ad esempio una fiscalità agevolata in base a zone geografiche o per settori merceologici. Possono ad esempio essere individuate agevolazioni nel settore immobiliare sia per i proprietari che per i locatari, in modo da ridurre una delle uscite più significative nella gestione d’impresa, ovvero i canoni d’affitto. Altri interventi possono essere individuati in base ai settori di appartenenza, con agevolazioni, ad esempio, su tributi come Tari, Imposta sulla pubblicità, canoni di occupazione del suolo pubblico per i dehor“.