Autore Redazione
martedì
28 Febbraio 2017
05:15
Condividi
Politica - Alessandria

Il centro antiviolenza me.dea costretto a razionalizzare il servizio: “dalla politica servono fatti concreti”

Senza un finanziamento del ministero, le volontarie del presidio sollecitano i candidati sindaco a una presa di impegno. Rita Rossa: “Chiamerò il sottosegretario Boschi”
Il centro antiviolenza me.dea costretto a razionalizzare il servizio: “dalla politica servono fatti concreti”

ALESSANDRIA – Un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato dalle volontarie del centro anti-violenza me.dea di Alessandria, punto di riferimento per tutta la provincia. Il mancato finanziamento di 180 mila euro da parte del ministero ha provocato un ridimensionamento dell’attività: gli orari di apertura del Centro di via Palermo 33 resteranno invariati, ma una delle tre operatrici dedicate all’ascolto e al sostegno alle donne sarà dirottata all’attività di progettazione e di ricerca fondi per far fronte all’emergenza. Questo comporterà un inevitabile rallentamento del servizio e tempi di attesa più lunghi per le donne che hanno bisogno di aiuto.

“L’auspicio è che questa situazione sia transitoria” ha sottolineato la presidente di me.dea Sarah Sclauzerocontavamo su questo finanziamento che per pochi punti non siamo riusciti a vincere. Ci avrebbe permesso di aprire cinque giorni a settimana e non solo per tre. Ma già ci siamo indebitati con gli istituti di credito per garantire la gestione degli anni precedenti, visto che alcuni finanziamenti già ottenuti ancora non sono arrivati o sono arrivati a singhiozzo. Manca una continuità, serve un disegno progettuale di ampio respiro. Noi però siamo riuscite a strutturare il servizio alle donne in difficoltà e negli ultimi mesi l’attività è andata avanti grazie all’alto senso di responsabilità delle operatrici, al lavoro per puro spirito di volontariato. Ora però facciamo fatica a mantenere quello che negli anni abbiamo messo in moto.”

Una beffa se si considera che proprio in questo inizio di 2017 la richiesta di aiuto è aumentata: : in appena due mesi sono state già accolte 30 donne, dopo che il 2016 si è chiuso con una media di 10 donne ogni 30 giorni aiutate. Ad oggi sono 20 i percorsi attivi alla settimana.

A inizio dicembre si è tenuto un primo e purtroppo improduttivo incontro con la presidente della provincia, Rita Rossa, durante il quale è stata sollecitata una azione da parte delle istituzioni locali. “Il mondo delle istituzioni si è limitato a prendere atto del nostro problema, senza ipotizzare soluzioni o proporre idee hanno aggiunto le operatrici “nonostante siano esse stesse le prime realtà a trarre benefici dalla presenza di me.dea sul territorio: amministrazioni comunali, consorzi socio-assistenziali, ospedali sostengono importanti costi sociali ed economici della violenza sulle donne, ma questo costo sarebbe ben più elevato se il territorio non offrisse un servizio di ascolto e accompagnamento.”

Lunedì è avvenuto un nuovo faccia a faccia col sindaco di Alessandria e presidente della Provincia, proprio in occasione della conferenza stampa.

“A dicembre mancava un referente governativo” ha dichiarato la presidente Rossaora invece c’è. Mi attiverò subito e chiederò di essere ricevuta presso la Presidenza del Consiglio dal sottosegretario Maria Elena Boschi per esporre direttamente a lei la questione. Su questo, infatti, serve un’azione sistemica, con un tavolo nazionale e regionale. E’ una situazione allarmante ma mi attiverò affinché arrivino finanziamenti con continuità, nonostante le competenze delle Province ora non comprendano più questa materia specifica.”

Nel frattempo me.dea ha proposto a tutti i candidati sindaco un confronto specifico sul tema della violenza contro le donne, per conoscere e approfondire i bisogni emergenti e prioritari, affinché possano valutare quali strategie risolutive proporre nei loro programmi elettorali.

Condividi