7 Marzo 2017
05:04
Pca incredula dopo lo sciopero. Sindacati: “manca il dialogo”
BASALUZZO – Lo sciopero dei lavoratori avvenuto lo scorso 22 febbraio ha lasciato il segno. I vertici della Pca, azienda di Basaluzzo leader nel campo dei prodotti chimici e alimentari, hanno rimarcato la loro perplessità dopo la presa di posizione dei dipendenti. Quando i lavoratori hanno incrociato le braccia per otto ore meno di un mese fa, infatti, la produzione si è interrotta, uno stop che ha messo in difficoltà l’azienda in termini di perdita di produzione.
L’azienda produce in particolare l’acido ursodeossicolico, un prodotto estratto dalla bile bovina e suina destinato all’industria farmaceutica di tutto il mondo.
“La Pca si confronta con un mercato internazionale molto competitivo, un mercato in crescita che ci ha visti crescere anche nel fatturato, dai 73 milioni annui nel 2015 agli 86 del 2016” ha sottolineato l’amministratore delegato Paolo Oligeri (a destra nella foto, ndr) “lo sciopero ha inciso molto, a fronte del fatto che non una delle motivazioni che lo hanno giustificato corrisponde alla realtà.”
A colpire maggiormente la dirigenza è stata la rivendicazione sulle norme di sicurezza carenti, secondo lavoratori e parti sociali: gli investimenti in materia di Sicurezza e Ambiente, hanno invece rimarcato dalla Pca, ammontano a 4 milioni e 200 mila euro dal 2014 al 2016 mentre nel prossimo triennio ne sono stati stanziati altri 4 milioni. “Non sono state riscontrate situazioni carenti o fuori dalla legge. Nell’ultimo triennio le ore di lavoro perse per infortunio si attestano in media intorno allo 0.50% delle ore lavorate, delle quali una alta percentuale per eventi non legati al rischio lavorativo.”
“Le retribuzioni? Questa azienda paga in media di più rispetto a tutte le altre del settore”, oltre ad aver continuato ad assumere personale, anche nei giorni successivi allo sciopero. Ad oggi i dipendenti della Pca sono 234 e ogni giorno arrivano in media dieci curricula. “Hanno anche parlato dei locali mensa da adeguare? Lo faremo entro l’inizio del 2018. La mensa sarà trasferita e costruiremo uno spazio con nuovi spogliatoi e un’area dove i dipendenti si potranno riunire in assemblea.”
Il motivo del muro contro muro, hanno ipotizzato i dirigenti, può invece essere la politica del nuovo amministratore Paolo Oligeri. Arrivato poco più di un anno fa, Oligeri ha introdotto una gestione più manageriale dell’azienda: “quando ci chiedono, si valuta se dare o non dare” ha sottolineato Erina Moncalvo (a sinistra nella foto, ndr) , responsabile Amministrazione del Personale. In particolare sui premi di produzione l’azienda vuole introdurre un diverso criterio di distribuzione che punti di più alla meritocrazia, con uno stanziamento non più uguale per tutti ma differente a seconda delle presenze e dei compiti svolti.
“Con i sindacati siamo sempre stati disponibili per degli incontri” ha aggiunto Moncalvo “Ma la dichiarazione di sciopero è arrivata contemporaneamente alla loro richiesta di un confronto. E non c’è stata la cosiddetta procedura di raffreddamento.”
“Dal punto di vista della sicurezza ci sono state delle segnalazioni” ha sottolineato invece Maurizio Cantello, funzionario della Filctem Cgil “Abbiamo rivendicato più volte l’intervento dell’azienda. Ma tutto parte da una condizione di rapporti tra le parti, che non si parlano e non c’è un tavolo di discussione continuo. Si deve discutere sulla revisione degli inquadramenti professionali, a fronte di una riorganizzazione interna. L’azienda ha aperto un nuovo reparto e chiede maggiore flessibilità e noi siamo pronti a discutere. Ma loro hanno sottolineato di aver già individuato i livelli. Chiediamo che ci sia rispetto per la parte sindacale, come in una qualsiasi realtà lavorativa. Il nostro lavoro è costruire, non certo distruggere.”
“Negli ultimi mesi le richieste fatte dalle Rsu sono state liquidate di volta in volta in dieci minuti” le parole di Claudio Cavallaretto, Femca Cisl “I premi di produzione si concordano insieme, invece sono stati introdotti senza alcuna possibilità di discutere. Il contratto nazionale deve essere rispettato, a livello degli inquadramenti.”
“Non ci sono problemi occupazionali, anzi” ha aggiunto Elio Bricola, Uiltec Uil “Hanno scioperato a fronte di una serie di richieste evase da troppo tempo, ad esempio sugli inquadramenti professionali. Ci sono anche delle questioni relazionali con le Rsu. I premi di partecipazione devono essere discussi e condivisi dalle due parti.”
Proprio negli ultimi giorni, però, le parti sociali hanno chiesto un nuovo confronto.