17 Maggio 2017
05:00
Minniti ad Alessandria:”sulla sicurezza i sindaci primi interlocutori”
ALESSANDRIA – “Se un cittadino ha paura lo Stato non deve biasimarlo ma stargli accanto, perché una democrazia impaurita è più debole e i cittadini più esposti”. Per il Ministro dell’Interno Marco Minniti non basta più tirare fuori dalla tasca i dati che parlano di reati in calo perché “non si può rispondere con le statistiche a chi ha paura”.
Lo ha spiegato, martedì, anche ai sindaci del territorio che, insieme al Prefetto, ai vertici delle forze dell’ordine e istituzioni locali, lo hanno accolto nella sala Broletto della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Appena arrivato da Asti, il membro del Governo ha rimarcato il ruolo cruciale dei sindaci nella costruzione di un nuovo modello di sicurezza, che non si limiti solo alla repressione dei reati ma punti alla prevenzione dei crimini e all’integrazione sociale.
Una “grande sfida” in un mondo che oggi affronta anche la minaccia del terrorismo. Di fronte alla “prevedibilità zero” di assassini che salgono su un camion e si scagliano contro la folla, per il Ministro bisogna mettere in atto una politica sulla sicurezza che garantisca comunque la “vivibilità” delle nostre comunità e dia ai cittadini la possibilità di essere “sereni”.
Un traguardo che per Minniti si può raggiungere grazie a un’alleanza con i singoli territori e quindi con chi, meglio di chiunque altro, ne conosce problemi e fragilità: i sindaci. “Ogni territorio è diverso e la realtà di Alessandria non è quella di Reggio Calabria”, ha precisato Minniti, ma compito dei sindaci è proprio quello di tratteggiare le “specificità” all’interno della “cornice” di norme messa dallo Stato. Un decreto sulla sicurezza urbana che, ha ricordato il Ministro, sblocca le assunzioni nelle forze di polizia, ha garantito l’equo indennizzo per i vigili urbani “una delle cose più complicate che abbia mai fatto nella mia vita” e, soprattutto, rafforza i poteri dei primi cittadini per affrontare specifiche situazioni legate alla sicurezza nelle città. “Pensiamo allo spacciatore che è sempre in una determinata zona della città. Il sindaco, insieme al Questore, potrà tenerlo un anno lontano”.
Lo Stato, ha aggiunto il Ministro, ha però bisogno dell’alleanza con i sindaci anche per gestire i flussi migratori e arrivare a un’accoglienza davvero diffusa. Sull’immigrazione il grosso della partita si gioca all’estero, ha ricordato, e in particolare in Libia “dove il traffico di esseri umani è l’unica impresa attiva, che con agghiacciante cinismo fa soldi anche sulla vita di bambini”.
Solo mettendo in sicurezza la Libia e presidiandone le coste si potranno quindi controllare i flussi, ha Minniti che proprio nei giorni scorsi ha consegnato altre quattro motovedette alla Marina e alla Guardia costiera libiche. Convinto comunque che l’Italia “non verrà mai meno al principio dell’accoglienza” Minniti ha quindi ricordato la necessità di garantire il rispetto dei diritti e la trasparenza. Mantenere sempre “un equilibrio” tra i diritti di chi viene accolto e chi accoglie perché, ha concluso, “non è vera l’equazione tra terrorismo e immigrazione” ma c’è “correlazione” tra mancata integrazione e atti terroristici e l’accoglienza “deve trovare un limite nell’integrazione sociale”.