Autore Redazione
giovedì
1 Febbraio 2018
15:12
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Alessandria Calcio - Calcio - Alessandria

La sorprendente forza della normalità: la lezione dell’Alessandria

È la normalità la vera rivoluzione. Forse è il caso di essere orgogliosamente normali.
La sorprendente forza della normalità: la lezione dell’Alessandria

ALESSANDRIA – Una città normale, un allenatore normale, un direttore sportivo normale. Se la parola ‘normale’ vi sembra un insulto sbagliate perché questa definizione si sposa perfettamente con l’Alessandria calcio ed è invece un complimento. Nel calcio bisogna fare le cose semplici e bisogna farle perfettamente. Così la normalità diventa qualcosa di fuori dal comune, e si scivola nell’ossimoro, nei contrasti di una città che rifugge i clamori ma che vorrebbe puntare in alto senza ostentazioni. 

La bellezza dell’Alessandria di oggi è questo, la banalità affascinante del lavoro fatto bene, senza eccessi ma a caccia di successi. Una squadra grigia ma con il colore nel cuore. Un tifo pulito ma smisurato. La sintesi perfetta si trova tutta nel sorriso disarmante di Marcolini arrivato senza taccuini, droni o ipad. Ha giocato a calcio, sul campo ha corso per migliaia di chilometri, parla la lingua dei giocatori. Tutto molto semplice, normale appunto. Eppure le cose semplici sono sempre le più difficili. La verità è che è molto più comodo far finta di non capirlo.

Occhi sgranati allora davanti al ds Cerri. Dopo le sinuose parole di Sensibile il suo pragmatismo è impareggiabile. È la stessa sensazione che si prova quando in una discussione provi a controbattere a qualcuno ma rimani lì impalato, con tutte le parole soffocate in gola perché sai che ha ragione lui non vuoi dirlo e ti affanni a cercare qualcosa di intelligente da dire, senza riuscirci. Poche discussioni, molti fatti. Pochi mal di testa verbali, molti concetti chiari e progetti mirati.

Poi c’è la società e il suo profilo serio e silenzioso. Non ce ne rendiamo conto ma l’Alessandria, silenziosamente, dimostra grande maturità. Si parla poco e al momento giusto. Ha trovato il vestito alessandrino su misura, quello sobrio, silenziosamente elegante. Perché “la moda passa, l’eleganza resta“. E non è detto che questo principio si applichi solo alla moda, anzi.

Così, senza che ce ne siamo accorti, l’Alessandria Calcio sta indicando la via. La normalità perfetta è l’abito tagliato per la città. Ed è la cosa più bella che si possa ostentare (in questo caso sì). Chiunque alla fine trova la dimensione giusta ad Alessandria, in fondo è facile.

In un mondo stracolmo di virtuosismi retorici, di chef stellati e di commissari tecnici, chissenefrega degli “special one”. D’altra parte l’alessandrino Umberto Eco diceva: “Ciascuno di noi ogni tanto è cretino, imbecille, stupido o matto. Diciamo che la persona normale è quella che mescola in misura ragionevole tutte queste componenti, questi tipi ideali”.

È la normalità la vera rivoluzione. Forse è il caso di essere orgogliosamente normali.

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