24 Maggio 2018
05:30
Alessandria: neanche stavolta. E ogni volta fa sempre più male
ALESSANDRIA – I trofei sono belli ma alla lunga finiscono solo per prendere polvere se poi al momento giusto non si vince. La gara con la Feralpisalò doveva essere una pratica da liquidare senza problemi. Invece l’orso è diventato un agnello e anche quest’anno si racconta una stagione insapore.
L’orgoglio di essere grigi, una maglia unica, un presidente serio, tutto vero ma se poi non vinci quando serve allora non sei nulla di speciale, allora hai perso. C’è poco da fare.
All’uscita dal Moccagatta gli sguardi dei tifosi strisciavano in terra, i pensieri erano gli stessi dell’anno prima e di quelli prima ancora: quando sembra di poter sognare ci si sveglia. Il dolore è talmente forte da desiderare di non provare neanche più a sognare. Come quando ti lasciava la fidanzata e giuravi di stare solo a vita. Non ci sono parole per consolare la delusione di una stagione imbellettata dalla vittoria in Coppa Italia, ma sbugiardata dalle illusioni più ambite che svaniscono. Il trofeo c’è ma finisce in bacheca, in una saletta, sugli almanacchi; la cruda verità è che l’anno prossimo l’Alessandria dovrà tornare a sputare sangue per cercare quella B che non arriva mai.
Fotografie di Ilaria Cutuli
Passerà una nuova estate col dubbio dell’abbonamento da fare o non fare. Con una società invidiabile ma con altre squadre da invidiare, ancora una volta. Perché ad Alessandria la svolta vera non arriva mai. E non si capisce perché. E ci si chiede sempre perché.
Diciamo la verità, il tifoso grigio ha un grande cuore perché passa la vita ad aspettare. Una vita in sala d’attesa in cui le poltrone potranno essere anche nuove, morbide ed eleganti, ma se alla fine i risultati non arrivano pure gli effetti speciali finiscono per annoiare.
Riconosciamolo, ci vuole coraggio a essere tifosi dell’Alessandria perché, alla fine, ogni anno sarà per il prossimo anno e i capelli diventano grigi, molto più grigi della maglia.
