31 Maggio 2018
12:11
Il Camma appende le scarpe al chiodo e ringrazia soprattutto i grigi
ALESSANDRIA – Che sia un grande uomo, prima ancora che un calciatore, lo si capisce dalle parole usate per giustificare il suo ritiro: “Preferisco essere un giovane allenatore anziché un calciatore vecchio“. Che sia stato una delle più belle pagine sportive dell’Alessandria calcio lo si capisce dal suo post su Instagram in cui tra i tanti ringraziamenti quelli più forti siano andati a tutto il mondo grigio. Vincenzo Cammaroto dall’anno prossimo non calzerà più le scarpe con i tacchetti. Ha deciso di fermarsi per non scendere di categoria e per chiudere la sua carriera calcistica lasciando un bel ricordo.
“Qualche acciacco fisico c’è, negli ultimi anni ho gestito diverse cose, come un problema alla cartilagine del ginocchio che però non mi ha impedito di giocare 30 partite in C – spiega Cammaroto. Però giocare tanto per farlo non mi va e così ho deciso di smettere. Guardando in faccia la realtà è giusto fermarsi anche perché ho preso il patentino poco tempo fa e ora ho la possibilità di seguire un allenatore con cui condivido delle idee”. Tutto questo partendo da un passato pieno zeppo di ricordi, soprattutto ad Alessandria: “Una città che mi ha dato la possibilità di fare il professionista, di confrontarmi con giocatori forti, e in stadi importanti. Quando fai 7 anni e disputi 240 partite è inevitabile che qualcosa rimanga. Addirittura nell’ultimo anno c’è stata la possibilità che comprassi casa ad Alessandria e molto probabilmente se avessi fatto anche l’ottavo anno mi sarei fermato lì”. Cammaroto ora vive in Liguria ma ha sempre un pezzo di cuore ad Alessandria perché gli ha dato “la possibilità di crescere come uomo sotto tutti i punti di vista, per i compagni, per l’ambiente, per la tipologia di calcio che si fa e ho ricevuto tanto dalle persone che ho incontrato. Alessandria è sicuramente su un piano diverso rispetto a tutte le altre squadre in cui ho militato. D’altronde su 17 anni in prima squadra 7 li ho passati con la maglia dei grigi“. Ad Alessandria Vincenzo ha incontrato giocatori “con qualità morali sopra la media” come “Artico e Servili”, ma in realtà Cammaroto cita “tutto il gruppo che ha portato i grigi in serie C, come Croce, Bonomi e tanti altri che è impossibile elencare”. Da tutti loro ha imparato a vivere e gestire situazioni “prima da gregario nello spogliatoio poi da giocatore con un ruolo più importante in altri spogliatoi.”
Chiudere una carriera è sempre un momento delicato da affrontare ma Cammaroto si può consolare con tanti ricordi belli come “la prima vittoria di un campionato, ottenuta proprio con l’Alessandria, l’esser riusciti a sorpassare il Varese a due minuti dalla fine, la sensazione vissuta in C1 contro determinati giocatori e in diversi campi, la partita di Salerno con Sarri (e non quella del ritorno perché ho rimosso), quella in 9 con la sensazione che non potessimo perdere in nessuna maniera quella gara.” Vincenzo non si sbilancia sui complimenti più belli, “quello calcistico me lo tengo per me, in generale invece ricordo con piacere il fatto che io arrivai, tra lo scetticismo, come primo acquisto ad Alessandria alla corte di Iacolino, mister con la fama di vittorie e promozioni. Molti dubitarono delle mie capacità e invece riuscii a far ricredere tante persone. Più di recente invece ricevere tanti ringraziamenti per il post su Instagram che annuncia il mio ritiro è una bella sensazione“.
Cammaroto dalla prossima stagione passa dall’altra parte, diverrà assistente allenatore della Lavagnese per intraprendere una nuova carriera e chissà che in futuro non possa accomodarsi sulla panchina dei grigi anche perché, scherza Cammaroto, “il calcio è una ruota e non si sa mai“. Nel frattempo ciao Vincenzo e ricorda che Alessandria è sempre casa tua.