Autore Redazione
mercoledì
18 Settembre 2024
11:47
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Calcio - Alessandria

Addio a Totò Schillaci, l’ex grigio e compagno di squadra Avallone: “Umile e sempre con la battuta pronta”

Addio a Totò Schillaci, l’ex grigio e compagno di squadra Avallone: “Umile e sempre con la battuta pronta”

ITALIA – Una mattina triste per tutto lo sport italiano. Ad appena 59 anni si è infatti spento Salvatore Schillaci, per tutti “Totò”. Ricoverato a Palermo da qualche giorno, Schillaci è mancato a causa di una grave malattia. Giocatore icona dei Mondiali di Italia 90, con i suoi gol trascinò la nazionale azzurra di Vicini fino al terzo posto. Resteranno immortali i suoi occhi carichi di gioia e incredulità dopo ogni rete. Genova anni 90, Schillaci sulla Mivar (il vecchio modello di apparecchio televisivo, ndr)” recita un celebre brano di Maurizio Carucci, leader degli Ex Otago da tempo diventato valborberino di adozione.

Dopo aver trascinato il Messina dalla C2 alla serie B, vestì le maglie della Juventus e dell’Inter, per poi chiudere la carriera in Giappone, al Júbilo Iwata. Al termine della carriera da calciatore Schillaci si disimpegnò in diversi campi e ruoli: fondatore di una scuola calcio a Palermo, tentò la carriera politica e partecipò ad alcuni film, serie tv e trasmissioni televisive.

Su Radio Gold lo ha ricordato con emozione l’ex centrocampista dell’Alessandria Calcio e del Casale Salvatore Avallone, compagno di squadra di Schillaci nella Juventus nella stagione 1989/1990. “Il calcio perde una persona eccezionale. Era sempre umile e disponibile con tutti ma quando c’era da battagliare in campo era sempre pronto” ha raccontato Avallone “io provenivo dalla Primavera e lui era stato appena acquistato dal Messina. In quella stagione mise a segno oltre 20 gol e venne poi convocato per i Mondiali. Aveva cinque anni più di me: entrambi provenivamo dal Sud. Avevamo un bel rapporto. Era molto legato ai giovani. Ricordo il mio esordio in campionato e in Coppa: cercava sempre di tranquillizzarmi. Potevo sempre contare su di lui. Ricordo il suo senso dell’umorismo. Mi viene in mente quando, una volta, arrivai in ritardo all’allenamento: non era mai successo. Lui fece una battuta spezzando così ogni tensione per evitare che il gruppo mi attaccasse: tutti si misero subito a ridere”. 

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