12 Aprile 2025
10:23
Ospedale Acqui, Ravetti (Pd) sulla carenza di personale: “Inserire studenti universitari di Alessandria”
ACQUI TERME – “Per l’ospedale di Acqui Terme serve una proposta che parta dai fatti“. In occasione del convegno promosso dal Pd della città termale il vicepresidente del Consiglio Regionale, Domenico Ravetti, ha proposto uno studio di fattibilità che certifichi i vantaggi dell’inserire l’Ospedale “Monsignor Galliano” di Acqui Terme nell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Alessandria. “Oggi L’A.O.U. di Alessandria si avvale di tre presidi ospedalieri: il Cesare Arrigo, il Santi Antonio e Biagio e il Borsalino. L’A.O.U. di Novara gestisce anche Galliate. L’A.O.U. di Parma ha 4 presidi, quella di Reggio Emilia 7 presidi. Ciò dimostra che con la nostra proposta non ci inventiamo nulla di nuovo” ha detto il consigliere di minoranza “Avere ad Acqui Terme studenti universitari che si formano e si specializzano anche con attività di ricerca sanitaria e biomedica potrebbe rappresentare una svolta epocale per la città. Si potrebbero così superare anche i problemi di personale e diventare un importante presidio sanitario in grado di attrarre pazienti. La candidatura alessandrina ad Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico passa dalla specializzazione “cardio respiratoria”. Con le terme acquesi, a dire il vero, il vantaggio per il riconoscimento sarebbe reciproco e Alessandria ne trarrebbe gran giovamento”.
“L’assessore Riboldi” ha aggiunto Ravetti “ritiene di non aver operato “tagli” ma di aver praticato una “manutenzione evolutiva” ai servizi sanitari. È così? Quando al Pronto Soccorso si riducono persone e box (da 2 a 1), i verbi corretti sono “sottrarre, levare, diminuire, togliere”. Il servizio è stato ridotto, non si è evoluto. E se si è passati da 20 mila accessi a 13 mila, è anche perché in parte negli ultimi anni gli acquesi hanno cercato e trovato altrove le risposte ai loro bisogni di salute. Per quanto riguarda cardiologia, dal 2016 a oggi siamo passati da 8 cardiologi con 4 letti di semi intensiva, un distretto funzionante, un Pronto Soccorso con 2 box, un cardiologo del territorio, alla situazione attuale con, forse, due cardiologi in pensione con contratto libero professionale. Si tratta di riduzione dei servizi o di “manutenzione evolutiva”?
“Il Partito Democratico non ha fatto dell’allarmismo e ventilato l’ipotesi della chiusura dell’ospedale di Acqui Terme” ha proseguito il consigliere Dem “bensì abbiamo denunciato la riduzione dei servizi. Su tali fatti solleva stupore e preoccupazione la non richiesta di rassicurazione alla Regione da parte dei vertici aziendali. Vertici aziendali che ritengono superato l’atto di programmazione contenuto nella dgr 1/600 che, tra gli obiettivi, classificava gli ospedali, assegnava le strutture complesse e fissava i posti letti. Il superamento sarebbe avvenuto tramite una dgr di fine febbraio 2025, che assegna obiettivi economici alle strutture. Questa valutazione ci pare errata. Dopo l’uscita del Piemonte dal “piano di rientro” nel 2017, qualsiasi atto di programmazione deve essere votato dal Consiglio regionale, che è il soggetto competente, non dalla Giunta. Quindi, la 1/600 non è superata. E poi, quando l’assessore regionale afferma che ad Acqui Terme saremmo “all’anno zero”, non solo fa torto al suo predecessore, ma si dimentica che siamo all’anno sesto dell’era Cirio e al decimo anno – sugli ultimi quindici – dove al governo della Regione ci sono stati lui, il suo partito e la sua coalizione. Quando sarà il tempo delle loro responsabilità?”.