Autore Redazione
sabato
3 Gennaio 2015
00:13
Condividi
Altri Sport - Alessandria

Orlando Pizzolato risponde a Bio Correndo

Orlando Pizzolato risponde a Bio Correndo

PROVINCIA – Qualche scambio di mail con Ilaria, la moglie di Orlando Pizzolato, per l’iniziativa a scopo benefico Runners&Writers a cui ho aderito e la faccia tosta, la mia, nel chiedere se Orlando fosse disposto a partecipare alla rubrica -Gli allenatori rispondono – e in pochi giorni, nonostante i suoi numerosi impegni, alla mia casella mail arrivano la risposte.

Chiaramente senza il percorso sportivo come richiesto agli altri perchè altrimenti ci sarebbe voluta una pagina solo per quelli, ma wikipedia ne fa un sunto e ne rende merito: wikipedia.org/Orlando Pizzolato e su www.orlandopizzolato.com il suo sito. 

D) Da quanti anni alleni? E come è scattata l’idea di mettersi in gioco come allenatore?

R) Dal 1992. Alla fine degli anni ’90 ero in contatto con alcuni maratoneti, miei colleghi ed ex colleghi, che avevano terminato la carriera agonistica e si erano dedicati alla divulgazione della corsa. Tra questi l’americano Jeff Galloway ed il francese Bernard Faure. Quest’ultimo, mi aveva ospitato per un periodo a casa sua, nel Perigeux dove organizzava da qualche tempo degli stage di allenamento per francesi. La sua proposta era però molto vacanziera più che tecnica.

D) Qual è il tuo target (giovani-master) di atleti? Chi stai seguendo attualmente?

R) Seguo essenzialmente corridori amatori italiani, ed anche italiani residenti all’estero. L’età media è di 40-45 (43%), ed una buona parte (27%) è compresa tra 35 e 40 anni. Anche tra i 45-50 anni ho una discreta presenza (16%). Mancano invece i giovani (meno del 2%).

Il podista più veloce che alleno corre la maratona in 2h28′. 

D) Nella stesura di un ciclo di allenamenti segui delle linee guida/principi ben delineati o vengono modellati a seconda del periodo e dell’atleta?

R) Basilare è la programmazione, ma è poco realizzabile perchè le gare a cui gli amatori partecipano sono tante ed è difficile strutturare la preparazione in senso classico. Piuttosto mi sono adattato io alle esigenze del corridore – nel senso che – in relazione agli obiettivi da perseguire, sviluppo una struttura degli allenamenti che vada ad ottimizzare il potenziale dell’atleta.

D) L’approccio psicologico è oggi sempre più considerato, quale importanza riponi sulle capacità mentali dei tuoi atleti? Li alleni anche sotto quel profilo?

R) Non ho frequenti contatti diretti con gli atleti che alleno, ma sono invece in contatto praticamente quotidiano via telematica, con gli aggiornamenti degli allenamenti svolti. Nonostante ciò ho sviluppato la capacità di riconoscere i punti deboli (a livello mentale) che pongono un ostacolo all’evoluzione fisiologica e tecnica. Per questo motivo appronto sedute di allenamento che indirettamente pongono l’atleta al confronto dei propri limiti. Inoltre,senza che l’atleta sia ovviamente consapevole, si trova ad affrontare test di verifica utili per incentivarlo a procedere con il conseguimento dell’obiettivo tecnico mentale proposto.

D) Nella tua esperienza è più determinante un atleta talentuoso o uno determinato con meno qualità e quale importanza dai al risultato ottenuto?

R) Nel secondo caso è più facile procedere con la proposta tecnica perchè l’atleta cerca di esprimere il meglio da sé stesso. L’atleta talentuso a volte fatica a considerare gli allenamenti come una forma necessaria per procedere nell’evoluzione tecnica, ma se adeguatamente stimolato e motivato è in grado di agganciarsi con disciplina alla necessaria proposta tecnica.

Il conseguimento del risultato ricercato è certamente rilevante perchè funge da gratificazione per i sacrifici sostenuti. Purtroppo però le gare lunghe, ed in primo luogo le maratone, sono condizionate dagli elementi ambientali e non sempre si è in grado di ottimizzare il rendimento quando il contesto in cui si corre è favorevole e non sempre il mancato rendimento viene inteso come un fattore fisiologico e naturale e non come una sconfitta.

D) Qual è la tua impostazione nell’allenare un giovane rispetto ad un master? Quali differenze di stimoli devono necessariamente esserci?

R) Con i giovani non è necessario ricercare proposte tecniche elaborate e sofisticate, in grado di forzare situazione fisiologiche che con i master di solito sono invece più limitanti.

Con i giovani è più semplice puntare all’aspetto tecnico del gesto della corsa, sia perchè la conformazione fisica lo consente meglio, sia perchè percepiscono che l’aspetto tecnico con maggior stimolo. Per i master invece la tecnica di corsa è più difficile da ricercare, sia per le limitazioni fisiche indotte dai cambiamenti dei tessuti del corpo conseguenti all’invecchiamento, sia perchè la corsa è un elemento di svago dalla propria quotidianità e vissuto quindi con meno imposizioni tecniche.

D) Se per un master è normale allenarsi in solitudine, quali sono i vantaggi di un allenamento collettivo e come viene organizzato in un gruppo eterogeneo di atleti?

In questo ambito non ho dirette esperienze con i giovani. Noto però che anche i master beneficiano dello stimolo conseguente alla corsa in compangia. Negli stage che organizzo propongo allenamenti tecnici da correre in gruppo, ed il supporto/confronto che deriva dall’essere coinvolto assieme ad altri, determina una maggior predisposizione all’aumento del carico di allenamento.

D) C’è un consiglio che ti sentiresti di dare a chi quotidianamente calza le scarpe per allenarsi?

R) non perdere mai il punto di vista che la corsa deve essere un elemento piacevole e divertente, non solo stanchezza e fatica, anche se correre implica necessariamente un confronto con questi due elementi. Quando si esce dalla porta di casa, o dello spogliatoio, si deve avvertire la voglia di affrontare ciò che si ha in programma. Si dovrebbero quindi programmare gli allenamenti su una base di piacere, o quanto meno di stimolo.

D) Una delle domande ricorrenti che mi sono arrivate è sulla richiesta economica. Qual è il costo per farsi seguire te?

Inizialmente la proposta temporale minima di una programmazione è trimestrale, necessaria per fare delle verifiche in relazione alla proposta. Il costo è di 120€. A seguire, e per periodi più lunghi, il costo diminuisce. Ma avendo una richiesta in aumento del 10% annuo, e non potendo gestirle tutte, i costi potrebbero in futuro aumentare.

Grazie a Orlano e Ilaria, per me è un onore avere potuto chiudere la rubrica con un figura così emblematica e carismatica dell’ambiente podistico.

Condividi