Autore Redazione
venerdì
3 Luglio 2015
09:58
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Tempo Libero

Il viaggio suggestivo tra le vie e le opere di Volpedo

Il viaggio suggestivo tra le vie e le opere di Volpedo

PROVINCIA ALESSANDRIA – Traffico, lunghe code, uscite dispendiose, costringono sempre più persone a rinunciare di mettersi in marcia verso mete e località turistiche fuori porta. Tutto questo però non dovrebbe scoraggiare dal passare una giornata all’aria aperta, immersi tra la natura e le bellezze artistiche che il nostro territorio ha da offrire.

Tra i borghi più belli del Piemonte, nella Provincia di Alessandria si trova Volpedo. Nel piccolo e caratteristico paese contornato dai colli tortonesi è inevitabile non respirare aria d’artista. A Volpedo infatti il paesaggio, le mura, le case e le piazze parlano tutte di Giuseppe Pellizza, l’autore del celebre dipinto “Il Quarto Stato”.

“Le vecchie mura, la chiesa della Pieve e la lapide a Perino sono tra le più importanti nostre vestigia… la mura, la vecchia mura coll’avanzo delle due torri, che fu un giorno baluardo agli antichi abitatori di Volpedo, che servì nei giorni tristi dalle invasioni, che difese dai vicini e dai predoni”

Sono queste le parole usate da Pellizza in una lettera destinata al sindaco, datata 1904, per descrivere il borgo di Volpedo.

La patria di quello che viene definito uno dei più grandi artisti italiani tra fine Ottocento e inizi del Novecento nonché uno dei più grandi esponenti del Divisionismo, è un piccolo paese poco compatto nella sua struttura urbanistica d’impronta Medievale. Infatti è in realtà la fisionomia ottocentesca ad essere facilmente riconoscibile, osservabile a partire dallo Studio, fatto costruire da Pellizza nel 1888, fino all’Atelier, che per il pittore rappresentava il luogo di lavoro e d’incontro con gli amici.

Sono proprio questi luoghi la peculiarità del suggestivo borgo della Val Curone, che rivivono attraverso le riproduzioni in grande formato di dieci opere disseminate nel paese. Rappresentazioni pittoriche collocate in determinati punti, a diretto confronto con gli scorci di paesaggio che le hanno ispirate. Grazie a questi capolavori del pittore volpediano, il borgo tortonese  si manifesta come un vero museo itinerante all’aria aperta: il continuo paragone tra ieri e l’oggi rende sempre viva la memoria del pittore e sensibilizza al valore e ai significati dell’arte.

Davanti alla Casa natale di Pellizza, adiacente allo studio, si trova lo spiazzo riprodotto nell’olio “La strada per Casalnoceto”. Poco più in là, nel cortile della casa del pittore, si scorge lo scenario ritratto nella prima tela divisionista, “Sul fienile”. Imboccando via Garibaldi si può da subito notare alla destra il paesaggio in cui è ambientata l’opera, “Strada della pieve di Volpedo”. Continuando nella stessa via e costeggiando le mura esterne di Palazzo Malaspina, si entra in piazza Perino. Di fronte, si apre una viuzza tra il giardino e il palazzo che testimonia la storia del borgo che, da Perino Cameri, capitano di ventura che ricevette il Volpedo in feudo dai Visconti, passò a Guidobono Cavalchini e poi ai Malaspina. Proseguendo verso il cuore del paese, si contorna l’ottocentesco palazzo Comunale e si entra nella piazza principale. La stretta via della chiesa, incastonata nel cuore dell’antico castrum, conduce alla piazzetta Quarto Stato, luogo dove Pellizza realizzò i suoi capolavori sociali: “Ambasciatori della fame”, “Fiumana”, “Il cammino dei lavoratori” e il famoso “Quarto Stato”. In questa piazzetta si trova un lampione che indica la posizione in cui l’artista piazzava il suo cavalletto. La tela “Paesaggio: piazza Malaspina a Volpedo” è il riassunto visivo di questo luogo. Continuando per la suggestiva via del Torraglio, circondata da case in pietra nuda ricavata negli anni dal letto del vicino torrente, si scende lo scalone e si raggiungono così le vecchie mura. Ritornando indietro verso via Cavour, si arriva alla millenaria Pieve, gioiello romanico della Val Curone. Una chiesa campestre, ricostruita nel XV sec., che rappresenta una facciata semplice e che al suo interno custodisce alcuni pregevoli affreschi quattrocenteschi.

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