Autore Redazione
sabato
11 Luglio 2015
22:00
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Tempo Libero

Per le calde domeniche di luglio, i pomeriggi “con brivido” al Castello di Piovera

Per le calde domeniche di luglio, i pomeriggi “con brivido” al Castello di Piovera

Molti li chiamano “fantasmi”. Il Conte Niccolò Calvi di Bergolo e suo figlio Alessandro preferiscono identificarli, però, come “presenze”. Energie, “alcune positive, altre negative” di cui si è caricato nei secoli il Castello di Piovera. Una fortezza dalla lunga storia, ha ricordato Alessandro Calvi. Nata su un accampamento romano intorno all’anno mille, la struttura è stata poi trasformata in una torre “presumibilmente di origine templare, vista la forma ottagonale e la posizione lungo una linea energetica che passa tra i fiumi”. Diventato una fortezza, il castello si è quindi ampliato a ferro di cavallo non simmetrico “perchè la simmetria portava sfortuna”. Poi, nel 1651, l’ultimo feudatario Amedeo III di Savoia l’ha trasformato in residenza nobiliare fino al 1967, quando il Conte Niccolò Calvi di Bergolo l’ha acquistato dalle famiglie D’Oria e Odescalchi. Da allora il Castello di Piovera si è trasformato in un luogo aperto al pubblico, cornice di laboratori didattici, manifestazioni e mostre.

Eventi organizzati sempre “nel rispetto delle presenze che abitano il castello”, ha sottolineato il Conte Calvi. Queste “energie” sanno farsi rispettare e, dispettose, sanno anche mettere i bastoni tra le ruote quando una manifestazione non rispetta l’ambito artistico e culturale che la fortezza deve mantenere. Le “presenze”, del resto, l’hanno subito messo in chiaro con il Conte Niccolò Calvi. “Quando sono entrato per la prima volta nel castello mi hanno avvisato: se opererai nell’arte e nella cultura andrà tutto bene e ti aiuteremo dal lato materiale. E così hanno fatto per 50 anni.

Le “presenze“, infatti, vogliono “comunicare” e “se predisposti”, tutti posso percepire i loro “segni” ha garantito il Conte. Non è importante sapere chi sono o chi erano. Ai ragazzi che vengono a visitare il castello dico sempre di pensare a come è strutturata una frase: soggetto, verbo e oggetto. Il soggetto e l’oggetto si toccano, il verbo è astratto, ma guai se non ci fosse perchè è il collante tra i due. Queste presenze sono come il verbo, magari non si vedono, ma si percepiscono. Bisogna solo credere”. E gli “scettici” spesso non hanno vita facile se decidono di sfidare le “energie” del castello, hanno raccontano ancora il Conte e suo figlio Alessandro. Come il gruppo di musicisti che, negli anni ’80 dopo un concerto, ha insistito per dormire in una determinata ala del castello ed è poi fuggito a gambe levate. “Uno di loro è corso giù terrorizzato e quando è arrivato in fondo alle scale ha notato sulla mano il segno di una bruciatura a forma di pomolo”. La vita quotidiana fianco a fianco con queste “presenze”, comunque non è così difficile. “Nel castello ci sono zone positive e altrettante negative, i cosiddetti punti “zero”, che per fortuna sono quasi tutti all’esterno. Basta solo evitarli”.

Se in queste calde giornate cercate un”brivido” il Castello di Piovera potrebbe quindi fare al caso vostro.

L’intera fortezza è aperta al pubblico tutte le domeniche di luglio dalle 15.30, senza bisogno di prenotazioni. Un unico “tour” guidato di circa due ore tra le sale della fortezza e nella cantine, che comprende anche la visita al museo degli antichi mestieri e nel vecchio “garage” delle carrozze dove oggi è ospitata una collezione di auto d’epoca. Durante il pomeriggio è poi possibile visitare il grande parco dove in queste settimane è allestita una mostra di alberi in acciaio realizzati da 30 artisti. Ad arricchire il programma anche la mostra “Nel centenario de La Grande Guerra” dedicata al primo conflitto mondiale. 

E chi non se la sente di camminare sotto il sole può persino approfittare di un passaggio sul “redbus” a due piani che lo porterà in giro per il parco.

 

Per tutte le informazioni sul calendario delle aperture e i costi potete visitare il sito www.castello di piovera.it o la pagina facebook.

 

 

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