Autore Redazione
giovedì
23 Luglio 2015
15:02
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Tempo Libero

Bussana Vecchia, il borgo degli artisti risorto dalla polvere

Bussana Vecchia, il borgo degli artisti risorto dalla polvere

BUSSANA VECCHIA – L’Italia è ricca di posti meravigliosi, ma anche di siti curiosi,  singolari, celati e poco conosciuti. Piccoli borghi antichi che conservano la storia, le tradizioni e la cultura di un tempo. E, come non lasciarsi sedurre da questi luoghi sospesi , dove il tempo pare si sia fermato, quasi irreali nella loro bellezza incontaminata, incastonati in paesaggi suggestivi .

Tra queste sorprendenti località, immerso tra gli ulivi dell’entroterra ligure, spicca su una sinuosa collina alle spalle di Sanremo il villaggio artistico di Bussana Vecchia. Il paese è tutta una scoperta.

Artisti, artigiani, musicisti e attori, a Bussana Vecchia si respira solo arte.

Seppur il piccolo paese trae le sue origini nell’antico Medioevo la storia che ha reso celebre l’affascinante  borgo medioevale  ha avuto inizio da una tragedia, il terremoto di Diano Marina, il sisma più disastroso mai avvenuto in Liguria. Il tragico cataclisma risale alla mattina del 23 febbraio del 1887.

In quel preciso istante di terrore numerose persone si trovavano in chiesa, trattandosi del primo giorno di Quaresima. La violenta scossa rase al suolo le case del paese e la volta della Chiesa di Sant’Egidio crollò sui fedeli, causando oltre 200 vittime. Rimasero in piedi solo gli archi delle cappelle laterali, l’arco sovrastante il presbiterio e, come per miracolo, il campanile. Centinaia furono le vittime e i superstiti decisero così di abbandonare Bussana, che venne dichiarata inabitabile. Poco lontano dal borgo diroccato, si costruì un nuovo paese da zero, battezzandolo Bussana Nuova.

Da questo momento fino agli inizi degli anni ’60 del Novecento l’unico ‘abitante’ di Bussana Vecchia fu un etereo silenzio. La sola torre campanaria svettava sulle macerie ricoperte interamente da rovi. Un artista piemontese arrivò poi nel 1959 nel borgo, innamorandosene fin da subito. Il sogno di quest’uomo che si chiamava Mario Giani, in arte Clizia, era far rivivere Bussana, facendosi aiutare da altri artisti. Clizia, ceramista torinese, immaginò di fondare una comunità internazionale di artisti allo scopo di far risorgere i resti di Bussana Vecchia dalla polvere.

Un’impresa fuori portata, un’utopia animata dalla fantasia e dalla creatività che solo un artista può possedere. Clizia però non rinunciò al suo originale progetto, tant’è che sparse in tutta Europa la sua idea: “si cercano artisti per dare mano a un miracolo. Ci sono montagne di macerie da riportare alla vita con pochissimi mezzi”.

 In quel periodo il paese si trovava completamente diroccato, senza fognature, corrente elettrica e acqua potabile. Il sogno dell’artista si trasformò presto in realtà. Nel 1961 Clizia insieme al pittore Vanni Giuffrè e al poeta Giovanni Fronte riuscì finalmente a creare la Comunità Internazionale degli Artisti. Inoltre, grazie all’appello del ceramista piemontese, una serie di artisti provenienti da Francia, Olanda, Austria e Germania si recarono a Bussana per occuparsi direttamente della ristrutturazione e del recupero delle abitazioni del magico borgo. Circa una dozzina  furono gli artisti che si insediarono nel villaggio ligure, realizzando una serie di opere artistiche che vennero raccolte all’interno di una galleria.

Con il passare degli anni, il nucleo di artisti continuò a crescere, fino ad arrivare ad una trentina di persone nel 1968. Così Bussana si trasformò in un villaggio di artisti e liberi pensatori che si riunivano in spazi comuni per discutere e filosofeggiare, comunicando tra loro in inglese e in francese. Sempre nel 1968 nasce il primo atelier individuale e solo negli anni ’70 arrivarono nel paese gli allacciamenti all’acquedotto, alla rete elettrica e venne realizzato anche l’impianto fognario. Dagli anni ’70  fino agli inizi degli anni ’80 la produzione artistica del luogo cominciò ad incentrarsi verso l’artigianato di qualità, per sfruttare il nuovo mercato venutosi a creare.

Agli inizi degli anni ’80 la popolazione salì a circa un centinaio di persone. Tuttavia gli abitanti non furono più esclusivamente artisti in quanto il boom economico dell’epoca spinse molte persone ad aprire botteghe di artigianato più dozzinale, abbassando il livello qualitativo delle produzioni artistiche presenti. Pochi anni dopo venne però fondato “Il Laboratorio aperto” grazie al quale  si stabilirono le linee guida per cui l’intero villaggio doveva manifestarsi come un unico laboratorio artistico, in modo da ridurre la scarsa qualità dei prodotti in esposizione nei vari atelier.

Oggi il paese è un autentico museo a cielo aperto. Ovunque vi sono angoli suggestivi dal caratteristico aspetto ottocentesco. L’antico borgo è inoltre costellato da numerose botteghe e atelier degli artisti e degli artigiani del luogo. Sul paese spicca incontrastata la Chiesa di Sant’Egidio, mai ristrutturata, che mostra ancora le tracce di quelli che erano gli stucchi e le pitture originarie. La chiesa è visitabile solo dall’esterno, in quanto tuttora pericolante. Il campanile, miracolosamente scampato al sisma, viene visto dagli abitanti di Bussana Vecchia come il simbolo del paese.

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