8 Luglio 2016
03:00
Paura a 360° a Villa Pastore
VALENZA – Che i fenomeni paranormali, le maledizioni e il senso di inquietudine vadano a braccetto con l’estate è cosa risaputa. Se da una parte, infatti, la bella stagione è sinonimo di brividi caldi dall’altra è anche sinonimo di tremiti ‘freddi’ che portano con sé incubi e paure e che rendono immortali leggende e aneddoti associati a fantasmi e case maledette.
Veri e propri misteri che, accompagnati da stridulii, scricchiolii, sussurii e sussulti riecheggiano tra le calde notti estive e non solo, anche in provincia di Alessandria. Ville infestate, torri e castelli, sono diverse le antiche dimore dove l’ignoto è di ‘casa’.
Tra queste una pagina di mistero va riservata a Villa Pastore, a Valenza. Indubbiamente un luogo affascinante e al contempo misterioso e agghiacciante che da oggi, anche i più paurosi potranno conoscere in un modo curioso e innovativo. Se non avete il coraggio di entrare tra le misteriose stanze della villa, potrete comunque immergervi tra gli ambienti infestati della antica dimora valenzana, senza correre alcun rischio.
Infatti, grazie al curioso video progetto “L’ultima casa a sinistra”, la serie che racconta 4 luoghi avvolti da un alone di mistero tra Lombardia, Piemonte e Liguria, realizzata dal regista alessandrino Lucio Laugelli con Errico d’Andrea, in collaborazione con At Media & Coperniko, avrete l’opportunità di vedere comodamente da casa anche Villa Pastore. Un’esperienza immersiva che si potrà vivere a 360°, attraverso una webcam, muovendo semplicemente la testa.
Situata in provincia di Alessandria, sulle colline di Valenza, l’antica residenza risulta essere da decenni uno dei luoghi più visitati da studiosi del paranormale, sensitivi, curiosi e appassionati. La misteriosa villa che la leggenda vuole sia maledetta, venne edificata ad opera dell’ingegner Pietro Antonio Pastore negli anni ’30 dell’800 e poi lasciata come dote matrimoniale a sua figlia Maria. Maria si sposò con un nobile e lasciò a sua volta la casa in eredità al padre dell’ultima erede vivente dei Pastore. Dopo una serie di passaggi di proprietà Villa Pastore venne abbandonata negli anni ’50 a seguito di una serie di disgrazie.
Alle origini la splendida residenza aristocratica prevedeva due corpi paralleli e separati. Da un lato un rustico, nel quale vivevano alcune famiglie di mezzadri, che comprendeva una chiesa privata, una stalla e un fienile. Dall’altro la villa padronale, costruita interamente in mattoni, ornata da merletti e due imponenti torri, e abbellita da colorati mosaici.
Oggi invece la struttura versa in pessime condizioni, inghiottita letteralmente dall’alta vegetazione circostante, inagibile e pericolosa. Nonostante ne siano rimaste ormai poche macerie, alla prima vista Villa pastore sembra testimoniare il suo glorioso passato. Inoltre l’atmosfera circostante che domina l’antico podere è surreale, tetra.
La leggenda che ha reso nota questa villa maledetta nasce da due tragici eventi legati alla famiglia Pastore: nel 1873 morì di tubercolosi all’età di due anni la figlia Elisa e poi, nel 1883, morì anche il figlio Giovanni, di 13 anni, travolto dal crollo di una torretta dell’abitazione mentre suonava il pianoforte. Dopo queste tragedie i coniugi Pastore decisero di trasferirsi in un‘altra residenza valenzana. Da questo momento in poi non si ebbero più notizie.
La maledizione della villa non si fermò qui, assumendo col tempo tinte ancor più oscure e continuando, secondo alcune dicerie, a mietere vittime. Infatti, negli anni Ottanta del Novecento un nuovo alone di mistero si diffuse su Villa Pastore: i nuovi proprietari decisero di ristrutturare l’abitazione e, durante i lavori, due operai morirono cadendo da un’impalcatura.
Bufala o realtà, in molti sembrano concordi nel ritenere che Villa Pastore sia pervasa da una sorta di energia negativa, infestata, maledetta. Diverse testimonianze raccontano di aver visto gli spiriti dei due giovani bambini vagare tra le mura della villa. Elisa apparirebbe in occasione dell’anniversario della sua morte mentre il fratello si farebbe sentire mentre suona il pianoforte.
Grazie a questi aneddoti tramandati finora la villa si è trasformata negli anni in un vero luogo di culto generativo.