Autore Redazione
mercoledì
8 Novembre 2023
06:53
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Politica - Lombardia

Sanità: in Regione duro scontro su tagli e liste d’attesa

Sanità: in Regione duro scontro su tagli e liste d’attesa

LOMBARDIA – In Consiglio regionale della Lombardia botta e risposta – a colpi di ‘question time’ e cartelli – fra maggioranza e opposizioni sul finanziamento alla sanità. Ad accendere la scintilla la discussione della mozione con cui M5S, Partito democratico, Patto civico e Avs (Alleanza verdi sinistra) chiedevano alla Giunta regionale di attivarsi presso il Governo al fine di “scongiurare i tagli previsti per il Ssn e ottenere un adeguato finanziamento annuale per la sanità corrispondente al 7,5% del Pil”. Mozione “bocciata dal centrodestra“.

La Regione – attacca Nicola Di Marco, capogruppo M5S Lombardia – non ha voluto chiedere di invertire la rotta. Fra la fedeltà al partito e la salute dei lombardi il centrodestra ha scelto la prima opzione. In Italia non si vedono azioni per la crescita. Dovevano tassare gli extra-profitti delle banche, hanno tassato i pannolini” e “fatto il taglio delle spese sanitarie”. Ormai, gli fa eco il consigliere regionale di Alleanza Verdi Sinistra, Onorio Rosati, “le risorse dedicate alle spese sanitarie da parte del nostro Paese si allontanano sempre di più dalla media degli altri paesi dell’Unione Europea”. La manovra finanziaria “non ci convince sulla sanità: 136 miliardi di investimento nazionale, se rapportati all’inflazione attuale, diventano una cifra non sufficiente a risolvere le criticità attuali. Le risorse si sarebbero potute trovare. Per esempio, andando ad agire sugli extraprofitti“, commenta.

Il personale non aumenterà, prosegue Rosati, mentre continueranno le difficoltà a reperire nuove risorse. Tutto questo andrà a pregiudicare lo sviluppo della sanità territoriale. Sono previsti 600 milioni per i privati dedicati all’abbattimento delle liste di attesa. La ritengo una misura sbagliata e mi auguro che in parlamento la si possa cambiare stanziando più risorse per la sanità pubblica. Ma se non si deciderà altrimenti almeno che si vincolino obbligatoriamente queste strutture accreditate ad aderire al Cup Unico per realizzarlo entro il 2026“.

La Lega non ci sta e la sua replica la scrive su manifesti in cui riporta un calcolo di tutti i tagli alla sanità fatti da governi Pd “tra il 2012 e il 2018“, pari a “36 miliardi, secondo quanto si legge sui cartelli, esposti dai consiglieri regionali del Carroccio durante la discussione in Aula. “Ci chiediamo con che coraggio Majorino e il Pd continuino a proporre mozioni sulla sanità dopo che i loro Governi, da Monti a Gentiloni, passando per Letta e Renzi, hanno tagliato ben 36 miliardi di euro alla sanità italiana“, commenta in una nota Alessandro Corbetta, presidente del Gruppo Lega – Lega Lombarda Salvini. Quanto alla Regione, aggiunge, “ha destinato solo nell’ultimo periodo 800 milioni di euro per investimenti negli ospedali lombardi e 61 milioni di euro per ridurre le liste d’attesa. Per Corbetta si tratta di “mozioni pretestuose” finalizzate “a portare avanti una campagna mediatica sulla sanità strumentale e inutile“.

Ad alimentare il dibattito-scontro soprattutto il nodo delle liste d’attesa. “Da quando sono entrato in consiglio regionale, cioè da sei anni, sento annunciare dalla maggioranza che governa la Lombardia l’intenzione di realizzare un centro unico di prenotazione (Cup) e di attuare la legge che penalizza le strutture pubbliche o private che non utilizzino il Cup, ma fino ad oggi, con la bocciatura di una ennesima mozione delle opposizioni, abbiamo visto l’assessorato al Welfare intraprendere una direzione completamente diversa, arrancando fra troppi se e troppi ma”, commenta il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti dopo la bocciatura della mozione delle minoranze sul tema. “Avevamo anche chiesto alla regione di richiedere ad Aria Spa di attivarsi da subito per consentire la piena attivazione dello strumento entro e non oltreil 2024. “Eppure, ancora una volta, la nostra sollecitazione è stata respinta. Ancora una volta questa maggioranza ci ha voluto dimostrare che il problema delle liste di attesa non rappresenta una sua priorità“, conclude.

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