Autore Redazione
mercoledì
29 Novembre 2023
05:08
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Cronaca - Pavia

Sanità: riforma Ssn partecipata, equa e sostenibile, proposte The Bridge

Sanità: riforma Ssn partecipata, equa e sostenibile, proposte The Bridge

PAVIA – Accessibilità, equità di accesso, sostenibilità e qualità dell’assistenza sono i cardini sui quali dovrà essere costruita la prossima riforma della sanità in Italia, una riforma il più possibile partecipata e condivisa, che rilanci e sostenga uno sviluppo concreto del Servizio sanitario nazionale. A tal fine verrà avviato un percorso di studio e analisi che avrà come punto di approdo un’ampia kermesse, che si terrà a Roma il 9 maggio 2024, e che coinvolgerà clinici, aziende, istituzioni, associazioni dei pazienti e altre figure chiave del settore. In quella data, infatti, saranno illustrate alcune proposte di riforma del Ssn basate su 5 temi: governance del sistema sanitario integrativo, ricerca e sperimentazione clinica, gestione dei dati sanitari e privacy, professioni sanitarie del futuro, strategie sanitarie in ottica di transizione energetica. Il progetto, promosso da Fondazione The Bridge, Università degli Studi di Milano e Università di Pavia, è stato presentato al Senato durante l’evento “#agendasalute: per una riforma partecipata, sostenibile ed equa”.

All’incontro è stato evidenziato che le sfide sanitarie complesse richiedono una prospettiva multidisciplinare e multi settoriale. Fare scelte di policy sanitaria e sociosanitaria con un approccio One Health, modello sanitario basato sull’integrazione di discipline diverse – si legge in una nota – significa promuovere la programmazione sanitaria partendo dalla domanda di sanità e salute e non dall’offerta di servizi da creare. E sono molte le sfide da affrontare in una prospettiva di riforma del Ssn: sviluppo della medicina territoriale e di comunità, riorganizzazione dei servizi e delle prestazioni, infrastrutturazione digitale, appropriatezza delle prestazioni, riorganizzazione dell’equipe con nuove figure, formazione alle innovazioni organizzative e tecnologiche, governo del rapporto pubblico e privato, efficientamento dell’offerta dei servizi.

Il tema della sanità integrativa – sottolinea la nota – è diventato sempre più centrale. I principali problemi sono ravvisabili nella mancanza di regole chiare e di trasparenza, con conseguenze sia sull’equità di trattamento, di appropriatezza generata sia dal punto di vista prescrittivo, che sul piano dell’accountability. Occorre prevedere un’alleanza tra il Ssn e questo sistema, per orientare il ruolo della sanità integrativa verso un efficientamento dell’offerta di servizi sanitari all’utenza attraverso un’integrazione con la sanità pubblica indirizzata al miglioramento complessivo del sistema in termini di accesso, innovazione e sostenibilità.

E ancora, sul tema della ricerca. La sperimentazione clinica è una grande opportunità di sviluppo per un territorio, oltre che un’importante opportunità terapeutica per i pazienti, ma questo valore risulta ancora poco presente nell’agenda politica nel nostro Paese. Stime della Fondazione The Bridge indicano che l’Italia ha ampi spazi di miglioramento, con una crescita, entro il 2027, anche in assenza di interventi di un 5%, ma che potrebbe generare un incremento significativo (pari al 15%), con un intervento normativo ‘soft’, mentre con una serie di interventi strutturali potrebbe salire fino a oltre il 30%. È quindi fondamentale sviluppare un’azione di sistema a livello nazionale per la promozione della sperimentazione clinica, per evitare che le aziende spostino risorse e opportunità in altri Paesi europei. Occorre allora sostenere l’infrastrutturazione digitale della sanità, creare un’Agenzia nazionale della ricerca che sviluppi una strategia di ricerca nazionale, affrontare le criticità nella riforma dei Cet, sostenere e potenziare la ricerca clinica indipendente.

Quanto alla gestione dei dati sanitari, secondo The Bridge, è urgente, avviare una riflessione sulla valorizzazione delle numerose informazioni personali e sulla condivisione dei dati, sugli investimenti necessari alla transizione sia in termini di rischi, sia etici, sia anche gestionali e di governance di sistema, sull’uso dei Big data in ambito clinico-assistenziale e nelle sperimentazioni cliniche e sulla necessità di creare fiducia nella salute digitale. Altro capitolo le professioni sanitarie, 30 quelle attualmente riconosciute in Italia, pari a circa 1.500.000 di operatori che operano sia in strutture pubbliche che private. In futuro occorreranno nuove figure in ambito clinico, assistenziale e nella sperimentazione e nella ricerca, considerati gli scenari di sviluppo connessi all’intelligenza artificiale e alla robotica.

Infine, sul fronte della transizione verso una sanità sostenibile, i principali nodi da sciogliere riguardano la mancanza di dati rispetto all’impatto effettivo della crisi climatica sulla salute umana e quella di dati rispetto alla carbon footprint dei centri di ricovero e cura, riguardo ai vari settori in cui le emissioni vengono prodotte (energetico, rifiuti, procurement di materiali sanitari, trasporti…). Tra le priorità da affrontare ci sono la Climate resilience dei sistemi sanitari, la transizione energetica degli ospedali, la gestione dei rifiuti finalizzata a incrementare la percentuale di raccolta differenziata. Ancora: l’appropriatezza prescrittiva, per ridurre gli sprechi e l’uso di procedure non necessarie e talvolta rischiose per i pazienti, l’educazione ambientale e alla salute di personale e pazienti, la medicina di comunità e di territorio, come mezzo per ridurre gli spostamenti dei pazienti, la necessità di raggiungere l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050.

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