Autore Redazione
sabato
16 Marzo 2024
19:01
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Cronaca - Pavia

Fondazione Mondino: “Dati choc sui disturbi alimentari, serve un’azione urgente”

Fondazione Mondino: “Dati choc sui disturbi alimentari, serve un’azione urgente”

PAVIA – L’ombra dei disturbi alimentari si allunga sull’infanzia. Un’epidemia silenziosa che colpisce sempre più bambini e adolescenti, con un esordio drammaticamente precoce, addirittura prima dei 10 anni. I dati della Fondazione Mondino Irccs fotografano una realtà preoccupante: oltre 3 milioni di italiani combattono contro un Dna, con il 90% dei pazienti di sesso femminile. La fascia d’età più colpita è quella tra i 13 e i 25 anni, ma il 6% dei pazienti ha meno di 12 anni. Ancora bambini, già malati.

Non solo anoressia e bulimia: l’elenco dei Dna si allunga, con nuovi disturbi come l’ortoressia, la vigoressia, la drunkoressia e la night eating syndrome. La pandemia ha aggravato la situazione: un adolescente su 2 ha sofferto di sintomi alimentari nel periodo post-Covid. Un dato che gela il sangue e suona come un monito ineluttabile.

“Un problema di salute pubblica in aumento e con un esordio sempre più precoce”, afferma Renato Borgatti, direttore Sc Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza della Fondazione Mondino Irccs di Pavia. Le sue parole sono un invito a un’azione urgente: “L’esordio dei disturbi legati all’alimentazione riguarda nella maggior parte dei casi l’età evolutiva, in particolare adolescenza e preadolescenza. Dobbiamo abbattere il muro di silenzio e vergogna che spesso imprigiona chi soffre di un Dna”.

La salute mentale è la chiave di volta per comprendere e affrontare i Dna. Non si tratta di capricci o vanità, ma di un dolore profondo che si esprime attraverso il corpo. Bisogna abbattere il muro di silenzio e vergogna che spesso imprigiona chi soffre di un Dna, favorendo la consapevolezza e la cultura della cura. È la mente la prima a soffrire“, afferma Borgatti. “Bisogna curare il corpo ma anche la mente, con un approccio di squadra che coinvolga la famiglia”.

La sfida è collettiva: sensibilizzare, informare, promuovere la salute mentale, investire nella ricerca. Solo un impegno corale può arginare questa epidemia e restituire ai nostri bambini la serenità di una vita sana e felice. C’è bisogno di un impegno collettivo per dare voce a chi soffre e per costruire una società più attenta alla salute mentale dei bambini e degli adolescenti.

Foto di Annie Spratt su Unsplash

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