Autore Redazione
lunedì
3 Giugno 2024
09:30
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Cronaca - Lombardia

Pochi studenti fuori sede al voto: l’Italia ancora lontana dagli standard europei

Pochi studenti fuori sede al voto: l’Italia ancora lontana dagli standard europei

ITALIA – L’Italia potrebbe essere sulla soglia di una nuova rivoluzione elettorale, ma gli studenti universitari fuori sede sembrano non aver sentito il richiamo alle urne. Solo il 4% di loro ha deciso di sfruttare l’opportunità di votare lontano da casa. Su quasi 500.000 potenziali votanti, soltanto 23.734 hanno chiesto di esercitare il loro diritto in una sezione elettorale diversa da quella di origine. Così, mentre il Paese si prepara per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno, sorge una domanda: perché così pochi hanno scelto di partecipare a questa “piccola rivoluzione”?

La risposta potrebbe risiedere nelle complessità del nuovo sistema. Il Ministero dell’Interno ha chiarito che tra le richieste ricevute, circa 21.000 studenti voteranno nei capoluoghi di Regione e 2.500 nei Comuni di temporaneo domicilio, appartenenti però alla stessa circoscrizione elettorale del Comune di residenza. Un meccanismo articolato, che nonostante le buone intenzioni, ha forse finito per scoraggiare molti giovani.

In questo contesto, spiccano le regioni Puglia e Sicilia, seguite da Campania e Calabria, per il numero di adesioni. La loro partecipazione evidenzia una spinta a voler far sentire la propria voce, ma sottolinea anche le disparità territoriali nella consapevolezza e nella partecipazione elettorale.

Nonostante l’emendamento al decreto legge elezioni rappresenti un primo passo avanti, l’Italia rimane l’unico grande Paese europeo a non prevedere il voto a distanza. Attualmente, in Senato, è in discussione una proposta di legge delega che potrebbe cambiare questo scenario, permettendo a chi è lontano dal proprio Comune per motivi di salute, studio o lavoro di votare senza complicazioni.

Il sindacato degli studenti Udu Pavia ha messo in evidenza l’urgenza di allineare l’Italia agli standard europei, sottolineando come questo ritardo metta in ombra il diritto di voto dei giovani. Se vogliamo davvero una democrazia inclusiva e moderna, è necessario che il Parlamento agisca con determinazione, trasformando le buone intenzioni in una realtà che possa rispondere alle esigenze dei cittadini del domani.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

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