8 Luglio 2024
10:01
Consorzio Vini, cinque consiglieri abbandonano: “Serve cambio di rotta”
PROVINCIA DI PAVIA – Nell’aria del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese l’odore di fermento è denso quanto il bouquet di un buon rosso. Da settimane, il sussurro insistente del malcontento ha preso piede tra le aziende, ormai pronte a sbattere la porta del consiglio di amministrazione. Un segnale forte, senza però voler precipitare l’ente in una crisi destabilizzante: del resto, l’organizzazione vive dei contributi delle aziende agricole, incastrate nel meccanismo “erga omnes”.
Questa volta, a incrociare le braccia sono gli “industriali” del vino oltrepadano. Non si parla di semplici vignaioli, ma di pesi massimi: un terzo del consiglio con sette membri, affiancati da numeri ed economie di scala invidiabili. Una dinamica che promette fuochi d’artificio in un contesto dove gli interessi divergono spesso, come i sentori di un vino complesso.
Dopo l’ultimo rinnovo del consiglio, lo scorso marzo, le frizioni sono diventate più acute. Le recenti dimissioni di cinque consiglieri su sette – tra cui il vicepresidente Renato Guarini e i colleghi Defilippi, Vanzini, Vercesi e Decordi – sono l’epilogo di un crescendo di tensioni. Questo scossone al consiglio potrebbe essere un ultimatum bello e buono alla presidente Francesca Seralvo: o si cambia rotta, o si alza definitivamente l’ancora dal Consorzio. E questa sì che sarebbe una catastrofe.
La Presidenza del Consorzio, nel frattempo, si sforza di rassicurare. Ribadisce “i propri obiettivi di trasparenza, etica e lealtà tra tutti gli associati. Il nostro impegno è rivolto a garantire una gestione trasparente, rispettosa delle norme di legge e focalizzata sull’interesse collettivo di tutte le categorie rappresentate dal Consorzio”. Un impegno che suona come una promessa, ma che rischia di naufragare sotto il peso delle dimissioni.
Il Consiglio ha preso decisioni strategiche per valorizzare le denominazioni del territorio e sostenere la filiera vitivinicola con serietà. Tuttavia, il vuoto lasciato dai dimissionari non può essere ignorato. L’imbottigliamento, fase cruciale della filiera, ha perso i suoi rappresentanti principali, che rappresentavano “il 12,4% della produzione DOC/DOCG”, secondo il comunicato del Consorzio.
Adesso, l’obiettivo è dare una nuova forma al Consorzio, puntando su modernità ed efficienza. Una scommessa ambiziosa: riportare l’Oltrepò Pavese al prestigio che merita attraverso impegno e innovazione. “Stiamo già lavorando per dare una forma più moderna e performante al Consorzio, con una nuova direzione volta alla valorizzazione della filiera e della qualità”. Un Consiglio di Amministrazione determinato a superare gli ostacoli e promuovere le eccellenze del territorio, con la speranza che questa crisi si trasformi in un’opportunità di crescita e non in un punto di non ritorno. La partita è aperta e l’esito, come in una buona degustazione, resta sospeso tra le note di speranza e i sentori di incertezza.