19 Luglio 2024
12:59
Università italiane in crisi: “Mezzo miliardo in meno”, i rettori contro il Governo
LOMBARDIA – Mezzo miliardo in meno per le università italiane. Esattamente, il taglio ammonterebbe a 513.264.188 euro, come denunciato dalla conferenza dei rettori delle università italiane, alla quale ha partecipato anche il rettore dell’Università di Pavia Francesco Svelto. Il governo ha presentato una bozza di decreto ministeriale per il 2024 che prevede una drastica riduzione dei fondi destinati agli atenei, suscitando critiche dal fronte accademico.
Durante l’assemblea della Crui i rettori hanno espresso forti preoccupazioni. Temono che il provvedimento, se confermato, non solo freni l’evoluzione virtuosa del sistema universitario, ma metta a rischio la sopravvivenza stessa delle università statali. In particolare, l’assenza di prospettive per una generazione di giovani ricercatori è una delle principali angosce.
Non solo il rettore dell’Università di Pavia ha scelto di non commentare, ma il malumore serpeggia tra i docenti, pronti a reagire. Sostenendo che il decreto renderebbe insostenibile persino coprire i costi del personale, la Crui propone di avviare un tavolo di discussione con il Ministero dell’Università e il Ministero dell’Economia per riformulare gli indicatori di bilancio, giudicati obsoleti. La struttura del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) è considerata superata, con eccessive restrizioni che limitano l’autonomia degli atenei.
Rispetto agli anni precedenti, i tagli sono notevoli. Il documento presentato alla ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, indica una diminuzione complessiva di circa 173 milioni di euro rispetto all’anno scorso. Tutte le componenti principali del Ffo subirebbero riduzioni significative: la quota premiale calerebbe del 4%, la quota base si ridurrebbe del 9,18%, mentre le quote “storica” e perequativa crollerebbero rispettivamente del 19,25% e del 9,33%, raggiungendo livelli inferiori a quelli del 2022. Anche le Scuole ad ordinamento speciale non sarebbero risparmiate, con un calo previsto del 20%.
Intanto, la ministra Bernini ha definito “inaccettabile” la posizione dei rettori, promettendo di dettagliare i finanziamenti già erogati e quelli programmati per una doverosa operazione trasparenza. Ha sottolineato che il problema “non è la scarsità di risorse, ma la loro gestione ottimale”. Nel frattempo, la tensione tra il governo e il mondo accademico sembra destinata a crescere.