8 Agosto 2024
12:01
Focolaio di peste suina a Tromello: “super drone” in campo e nuove misure di sicurezza
PAVIA – La peste suina africana si sta abbattendo sull’Italia come un uragano, mettendo in ginocchio il settore suinicolo e costringendo le autorità a misure drastiche per arginare l’epidemia. A Tromello, nel pavese, un focolaio ha infettato un maxi allevamento, portando al necessario e imminente abbattimento di 20mila maiali. Il drammatico scenario si allarga coinvolgendo un totale di 33.980 capi suini, gettando l’intero settore in un vortice di ansia e incertezze.
Le misure adottate dalla Regione Lombardia, seppur necessarie, sembrano uscite da un romanzo distopico. Il dirigente dell’Unità operativa veterinaria, Marco Farioli, ha inviato una nota a tutti gli enti coinvolti, dalla Ats all’Istituto Zooprofilattico, al ministero della Salute, per richiedere una serie di provvedimenti urgenti. L’obiettivo è chiaro: ridurre al minimo i rischi di diffusione della peste suina africana. Tra le richieste, dunque, quella di vietare la movimentazione dei suini se non diretti al macello. Divieto che vale anche per i suinetti nati da scrofe già ingravidate, che potranno essere movimentati solo verso il macello. Per il personale, la richiesta riguarda l’accesso agli allevamenti: limitarlo esclusivamente a ragioni sanitarie. Un regime di segregazione che ha il sapore di una quarantena.
E non finisce qui. L’elenco dei mezzi e del personale impiegato negli allevamenti dovrà essere comunicato entro tre giorni, con mezzi e persone coinvolte che non potranno accedere ad altri allevamenti. Come clausola di applicazione, l’intento di Farioli è spingere le autorità a sanzionare con la perdita del diritto agli indennizzi in caso di focolaio, laddove qualcuno decidesse di non rispettare le diposizioni sanitarie.
Intanto, il ministero della Salute non resta a guardare. Il direttore generale Giovanni Filippini, insieme a Ugo Della Marta, ha disposto un incremento dei controlli e l’intensificazione dei test su tutto il territorio nazionale. Le Regioni Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna sono chiamate a rafforzare il sistema dei controlli con misure straordinarie. Fino al 19 agosto sarà vietata la movimentazione degli animali vivi, consentita solo quella degli animali da macello, ma previa approfonditi controlli. Un blocco condizionato per gli allevamenti interessati da positività o situati nelle aree con animali malati.
L’arrivo del “super drone” aggiunge un tocco di fantascienza alla già complessa situazione. Questo drone, messo a disposizione dall’Aeronautica, è stato inviato per monitorare la presenza dei cinghiali, ritenuti vettori del virus. Sorvolando le aree critiche, individua i cinghiali anche nei nascondigli più difficili da raggiungere, come il fitto della boscaglia o i campi di meliga in crescita. Una tecnologia avanzata che è parte di una fase propedeutica all’abbattimento dei cinghiali selvatici, considerato l’unico modo per prevenire ulteriori focolai.
Attualmente il super drone sta volando sui cieli della provincia di Cuneo, in particolare nel distretto suinicolo della pianura fossanese. L’assessore regionale all’Agricoltura, Paolo Bongioanni, ha annunciato ulteriori incontri con il commissario nazionale per la Psa, Giovanni Filippini, per pianificare e avviare gli abbattimenti con l’ausilio dell’Esercito. Una mobilitazione che ricorda le grandi manovre militari, ma questa volta contro un nemico microscopico ma letale.
Mentre i cinghiali diventano bersagli della tecnologia e dell’azione militare, la Regione Lombardia mette in campo risorse finanziarie per sostenere gli allevatori in difficoltà. L’assessore Alessandro Beduschi ha annunciato lo stanziamento di 3,8 milioni di euro per agevolazioni finanziarie alle aziende suinicole. Questi fondi si aggiungono ai 7 milioni di euro già destinati alla biosicurezza degli allevamenti e alle misure per l’abbattimento dei cinghiali, che dal 2021 hanno portato alla riduzione di 46 mila esemplari. Beduschi sottolinea la necessità di “un impegno massimo per contrastare una malattia subdola e contagiosa, che affligge anche 14 Paesi europei e, nonostante le ingenti risorse, continua a rappresentare un problema irrisolto anche in Cina”.
Le aziende suinicole possono richiedere agevolazioni finanziarie con contributi sugli interessi per finanziamenti fino a 200.000 euro. Una boccata d’ossigeno in un mare di difficoltà, ma che richiede comportamenti corretti e un’attenzione costante negli allevamenti. L’epidemia di peste suina africana non è solo una crisi sanitaria, ma una battaglia che coinvolge tecnologie avanzate, risorse finanziarie e un impegno collettivo per salvare un settore fondamentale dell’economia agricola italiana.
Foto di Matthias Zomer by Pexels