16 Agosto 2024
08:41
Crosione, cortile delle case popolari occupato da una gang: inquilini in allarme
PAVIA – Le case popolari del Crosione, un tempo semplici abitazioni per famiglie a basso reddito, sono oggi diventate la scena di un film che nessuno vorrebbe vedere. Da qualche mese, il cortile di queste abitazioni si è trasformato in un luogo di ritrovo per una quindicina di giovani, per lo più sudamericani. Un quadro che mette in ombra la tranquillità dei residenti, che ora si trovano a convivere con una gang di ragazzi che ha fatto del cortile la propria fortezza. Una fortezza che, paradossalmente, imprigiona chi vi abita.
Ogni sera, il copione è lo stesso. Questi giovani si ritrovano, bevono e alzano il volume delle loro risate e della musica fino a tarda notte. Il cortile diventa il loro salotto, con tanto di grigliate improvvisate e, come se non bastasse, qualcuno riferisce anche di spaccio di stupefacenti e piccoli furti. Risultato? Gli inquilini, specialmente quelli più anziani, hanno paura. Non solo di uscire di casa, ma persino di affacciarsi alle finestre per paura di incrociare gli sguardi di questi autoproclamati “padroni del quartiere”.
Quanto allo stabile, il portone d’accesso al cortile è fuori uso. Non si chiude più, permettendo a chiunque di entrare e uscire a piacimento. Le porte delle cantine sono state forzate e ora vengono usate come rifugi di fortuna. E non è solo una questione di sicurezza. C’è anche un problema di decoro. Le bottiglie vuote e i rifiuti abbandonati nel cortile sono il segno tangibile di un luogo lasciato a sé stesso, mentre due auto abbandonate fanno da magazzino improvvisato per oggetti di ogni tipo. Un’immagine che parla da sola.
Il sindaco di Pavia, Michele Lissia, non è rimasto a guardare. Nella mattina del 14 agosto ha deciso di mettere piede sul campo di battaglia, accompagnato da una pattuglia della Polizia Locale e da alcuni esponenti della giunta comunale. “Abbiamo fatto un primo sopralluogo per capire come intervenire”, ha dichiarato il sindaco Lissia. Ma la soluzione non può essere solo quella di ripulire il cortile e rimuovere le auto abbandonate, anche se è evidente che questo è il primo passo da compiere. Il problema va affrontato anche sul fronte sociale, con un progetto che deve coinvolgere diversi assessori e che richiederà tempo e risorse. Ma il tempo stringe. Ogni giorno che passa, la situazione peggiora, e chi vive nelle case popolari del Crosione vede la propria qualità della vita scendere sempre di più.
Rodolfo Faldini, assessore alla Polizia Locale, sottolinea quanto non sia sufficiente un blitz della polizia per risolvere la questione. “Spostare la gang di qualche centinaio di metri non è una soluzione. Serve un approccio su differenti fronti, che coinvolga non solo le forze dell’ordine, ma anche gli operatori sociali e le istituzioni“. Francesco Brendolise, assessore alle Politiche Sociali, aggiunge che “è necessario ampliare il servizio di educatori di strada. Tuttavia, interagire con questi giovani non è facile. Quando si ha a che fare con gruppi che sfiorano la microcriminalità, l’intervento degli operatori sociali può essere rischioso e quindi occorre la collaborazione delle forze di polizia”.
Il Crosione è solo uno dei tanti quartieri in Italia dove le case popolari, invece di essere un rifugio sicuro, diventano una trappola per chi ci vive. Ma la storia non è finita. Il sindaco e la sua squadra stanno studiando un piano di intervento che, si spera, possa riportare un po’ di serenità a chi ha il diritto di vivere in pace. Intanto, i residenti aspettano, con la speranza che questo incubo finisca presto, e che il cortile del loro palazzo possa tornare ad essere solo un cortile.