Autore Redazione
venerdì
16 Agosto 2024
11:01
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Tempo Libero - Provincia di Pavia

50 anni di storia: il Carnevale Bianco di Cegni continua ad incantare

50 anni di storia: il Carnevale Bianco di Cegni continua ad incantare

CEGNI (PV) – Il Carnevale di Cegni ritorna oggi pomeriggio con la sua 50esima edizione, portando nel cuore dell’Oltrepò Pavese un’antica tradizione che affonda le radici in un passato lontano. Questo evento, unico nel suo genere, celebra un rito che, sebbene legato alla festività di Carnevale, si svolge in piena estate, precisamente il 16 agosto, dando vita a quello che viene chiamato il “Carnevale bianco”. Cegni, una piccola frazione di Santa Margherita di Staffora, diventa così il palcoscenico di una festa che mescola folklore, storia e una buona dose di ironia, attirando non solo gli abitanti della zona, ma anche turisti curiosi da ogni parte del mondo.

Le origini del Carnevale di Cegni sono antiche e affascinanti. La festa fa parte delle tradizioni delle “quattro province” (Pavia, Piacenza, Alessandria e Genova), un’area caratterizzata da una ricca eredità culturale condivisa. Il fulcro della celebrazione è rappresentato dal matrimonio tra il Brutto e la Povera Donna, una rappresentazione che da sempre cattura l’immaginazione degli spettatori. Questo matrimonio è tutt’altro che convenzionale: vede infatti un ricco signore, brutto nell’aspetto, unirsi a una giovane e graziosa contadina, priva di dote. Le famiglie, pur opposte a questa unione, non riescono a impedirne la celebrazione, dando vita a una situazione che, seppur tragicomica, porta con sé significati profondi legati ai riti di fertilità e all’allontanamento delle sfortune.

Il Carnevale bianco di Cegni non è solo una festa visiva, ma un vero e proprio viaggio nel tempo. I suoni dei pifferi, guidati dai maestri Stefano Valla e Daniele Scurati, risuonano tra le vie del borgo, accompagnando le danze tradizionali che rappresentano la morte e la resurrezione del carnevale. Questo particolare ballo, noto come “Ballo della Povera Donna“, si conclude spesso in maniera comica, con i ballerini che cadono al suolo, riflettendo il tono ironico che permea l’intera festa.

La giornata inizia con la messa dedicata a San Rocco, celebrata nell’oratorio del borgo. Le ore del mattino sono dedicate alla spiritualità, ma ben presto le strade si animano. Dopo il pranzo, che quest’anno vedrà un menu diverso dal solito, i festeggiamenti entrano nel vivo. Le donne di Cegni, custodi di una tradizione culinaria che si tramanda da generazioni, offrono i loro celebri ravioli al brasato. Tuttavia, quest’anno, a causa di problemi di salute tra chi si occupa della preparazione, la quantità di ravioli è stata ridotta drasticamente: solo 6-7 mila rispetto ai 25 mila dell’anno scorso. La decisione di non acquistare ravioli da altre fonti per mantenere intatta la tradizione mostra quanto sia profondo il rispetto per le radici culturali di questo carnevale.

L’aspetto gastronomico del Carnevale di Cegni è sempre stato centrale, e quest’anno, nonostante la riduzione della quantità, i ravioli saranno serviti nel pomeriggio, mantenendo viva una delle tradizioni più amate. Il profumo dei ravioli si mescolerà con le risate e la musica, creando un’atmosfera unica che solo un evento così radicato nel territorio può offrire. Questo carnevale così diverso dal solito rappresenta una rara occasione di assistere a una tradizione che resiste nonostante il tempo e le difficoltà, e che riesce a coinvolgere generazioni diverse, dai più anziani ai più giovani.

Cegni si prepara ad accogliere non solo gli abitanti della zona, ma anche numerosi turisti. La fama del Carnevale bianco ha ormai superato i confini locali, richiamando visitatori da diverse parti d’Europa. Già nei giorni precedenti, una famiglia inglese è giunta nel borgo, mentre sono attese presenze da Francia e Spagna. Un interesse internazionale a testimoniare il fascino che il Carnevale di Cegni continua a esercitare, anno dopo anno. Una festa che, con i suoi riti e i suoi sapori, racconta di un passato che vive ancora nel presente, rinnovandosi senza mai perdere la propria identità.

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