Autore Redazione
mercoledì
21 Agosto 2024
08:36
Condividi
Cronaca - Pavia

Peste suina, nuovi focolai tra Piemonte e Lombardia. Beduschi: “Allerta massima”

Peste suina, nuovi focolai tra Piemonte e Lombardia. Beduschi: “Allerta massima”

PROVINCIA DI PAVIA – La peste suina africana continua a minacciare gli allevamenti del nord Italia, con nuovi focolai che si sono manifestati nelle ultime settimane, in particolare nella provincia di Pavia a Palestro e Confienza. Anche Vinzaglio, piccolo comune al confine tra le province di Novara e Vercelli, è stato colpito dal virus, estendendo così il perimetro dell’epidemia che già si era diffusa in diverse aree limitrofe.

Il ritorno della peste suina, dopo una breve tregua, solleva interrogativi che sembrano avere risposte già note. Le ipotesi principali per spiegare la nuova diffusione del virus sono due: il contagio provocato da cinghiali selvatici, o una scarsa applicazione dei protocolli di sicurezza negli allevamenti. In ogni caso, il dato evidente è che la situazione resta estremamente precaria e necessita di un intervento immediato e coordinato.

L’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, ha lanciato un monito chiaro durante il recente vertice interregionale, ribadendo l’importanza del rispetto rigoroso delle norme di biosicurezza. Tuttavia, il panorama che si presenta è complesso. Negli ultimi dodici mesi, il numero di suini nella provincia di Pavia è precipitato da 230mila a 110mila, una riduzione drastica che testimonia l’impatto devastante della peste suina africana. Gli allevatori sono ormai allo stremo e chiedono con forza interventi straordinari, come ristori immediati, cassa integrazione e moratorie sui mutui.

Il consigliere regionale Claudio Mangiarotti e l’assessore Beduschi, durante un incontro con le associazioni di categoria, hanno promesso di portare le istanze del settore al governo nazionale. L’obiettivo è ottenere un decreto che risponda all’emergenza in modo specifico, con misure mirate alla provincia di Pavia, dove il comparto suinicolo rischia il collasso. Beduschi ha inoltre sottolineato come, nonostante i cinghiali restino il principale vettore di contagio, l’attuale diffusione del virus potrebbe essere anche il risultato di negligenze umane. È emersa, infatti, una discrepanza tra i dati dell’anagrafe zootecnica e il numero effettivo di suini, con animali che risultano scomparsi o rubati, un fenomeno che ha ulteriormente complicato la gestione dell’epidemia”.

Le associazioni agricole, come Confagricoltura e Cia, continuano a manifestare preoccupazione. Gli allevatori lamentano il fatto che i suini della provincia vengano venduti a prezzi inferiori rispetto al mercato, con una differenza che non è stata ancora indennizzata. La richiesta è di accelerare i pagamenti degli indennizzi per i danni subiti e di garantire un sostegno economico che permetta di evitare la chiusura definitiva delle aziende.

Paola Fugagnoli, direttrice di Cia, ha evidenziato la necessità di una collaborazione più intensa tra allevatori, Regione e la nuova struttura commissariale nazionale, guidata da Giovanni Filippini. “Solo attraverso un’azione coordinata e una maggiore sorveglianza, sarà possibile contenere la diffusione della malattia e scongiurare una crisi economica su larga scala”, ha detto Fugagnoli.

La peste suina africana non è solo una minaccia sanitaria, ma anche un problema economico di vasta portata, che rischia di compromettere l’intero comparto suinicolo della Lombardia e, in particolare, della provincia di Pavia. La situazione richiede interventi rapidi e decisi per evitare che il territorio perda una delle sue principali fonti di reddito.

Condividi