Autore Redazione
lunedì
26 Agosto 2024
10:57
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Cronaca - Pavia

CGIA Mestre: “Pavia, saldo positivo tra occupati e pensionati”

CGIA Mestre: “Pavia, saldo positivo tra occupati e pensionati”

PAVIA – Pavia si avvicina al punto critico: il numero di pensioni erogate è ormai quasi pari a quello degli stipendi, segnalando una possibile crisi economica imminente per la provincia. La situazione economica e demografica nella provincia di Pavia presenta segnali di allarme che potrebbero avere ripercussioni significative nel prossimo futuro. Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, il saldo tra il numero di pensioni erogate e il numero di occupati è in equilibrio precario. Nel 2022, Pavia ha visto una leggera prevalenza degli occupati rispetto ai pensionati, con un saldo positivo di appena 6.000 unità. Questo dato evidenzia un rischio concreto per il futuro della provincia, che potrebbe presto trovarsi in una situazione simile a quella di altre aree del Paese, dove il numero di pensionati ha già superato quello degli occupati.

Il problema principale risiede nell’invecchiamento della popolazione. Molti lavoratori sono prossimi all’età pensionabile e, a causa del declino demografico, vi sono poche prospettive che le nuove generazioni possano sostituire completamente coloro che lasciano il mercato del lavoro. La provincia di Pavia, in linea con altre aree della Lombardia, sta vivendo un progressivo aumento dell’età media della popolazione, che si traduce in una crescita del numero di pensioni erogate rispetto agli stipendi corrisposti.

Il trend attuale è preoccupante. La riduzione del numero di occupati, combinata con l’aumento delle pensioni, potrebbe portare a uno squilibrio economico significativo. La diminuzione delle entrate fiscali, unita all’aumento della spesa pubblica per il pagamento delle pensioni, potrebbe mettere sotto pressione le finanze pubbliche, rendendo difficile sostenere i servizi essenziali e gli investimenti necessari per lo sviluppo del territorio.

Le prospettive per i prossimi anni non sono incoraggianti. Entro il 2028, secondo le previsioni, circa 2,9 milioni di italiani usciranno dal mercato del lavoro per raggiunti limiti di età. Di questi, 2,1 milioni provengono dalle regioni centrosettentrionali, tra cui la Lombardia. Il fenomeno colpirà duramente anche Pavia, dove si prevede una crescente disparità tra il numero di pensionati e quello di lavoratori attivi. La mancata sostituzione dei lavoratori che lasciano il mercato del lavoro potrebbe aggravare ulteriormente il saldo tra pensioni e stipendi, con conseguenze rilevanti per l’economia locale.

Il problema non riguarda solo Pavia, ma si estende a tutta la Lombardia. La regione, pur mantenendo un saldo complessivamente positivo tra pensioni e stipendi, mostra segni di squilibrio in diverse province. Milano, la città metropolitana, si distingue come la realtà più virtuosa d’Italia, con una differenza tra pensioni e stipendi pari a +342.000. Questa performance positiva si deve in gran parte alla presenza di un’economia dinamica e di un alto tasso di occupazione, che contrasta con la situazione meno favorevole di altre province lombarde.

Brescia, con un saldo di +107.000, e Bergamo, con +90.000, si posizionano anch’esse tra le province più virtuose, ma il trend di invecchiamento della popolazione è evidente anche in queste aree. La necessità di mantenere elevati livelli di occupazione per compensare l’aumento del numero di pensionati è una sfida comune a tutte le province della regione. Bolzano (+87.000), Verona (+86.000) e Firenze (+77.000) sono altre aree che, pur non essendo in Lombardia, mostrano come un’economia robusta e una popolazione attiva siano essenziali per mantenere un equilibrio sostenibile tra pensioni e stipendi.

Le province lombarde meno popolose, come Pavia, affrontano sfide più grandi. La capacità di attrarre giovani lavoratori, di favorire l’occupazione femminile e di combattere il lavoro nero diventa cruciale per evitare che il saldo tra pensioni e stipendi diventi negativo. L’equilibrio precario attuale suggerisce che le misure per stimolare l’occupazione devono essere una priorità per le amministrazioni locali e regionali.

La situazione in Pavia e nelle altre province lombarde rappresenta un campanello d’allarme per l’intero sistema economico della regione. L’invecchiamento della popolazione, combinato con un tasso di natalità in calo, potrebbe portare a una crisi demografica ed economica se non verranno prese misure adeguate. L’espansione dell’occupazione, in particolare tra giovani e donne, e la riduzione del lavoro nero sono le principali sfide che le istituzioni devono affrontare per garantire la sostenibilità economica a lungo termine.

Se non si riuscirà a invertire la tendenza attuale, Pavia potrebbe diventare un esempio di ciò che potrebbe accadere in altre aree della Lombardia e dell’Italia settentrionale. L’equilibrio tra pensioni e stipendi è essenziale per la stabilità economica e sociale, e la provincia di Pavia si trova oggi di fronte a una sfida che richiede interventi immediati e decisi.

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